A Roma una cerimonia e un premio dedicato alla presidente della Regione scomparsa il 15 ottobre 2020. Le parole di Antonio Tajani, Lorenzo Fontana, Mara Carfagna, Anna Maria Bernini, Roberto Giachetti e i calabresi Ferro, Irto e Furgiuele: «Donna libera e coraggiosa, ha sfatato molti luoghi comuni» (ASCOLTA L'AUDIO)
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È un ricordo bipartisan quello per Jole Santelli, non ci sono bandiere e schieramenti. Ci sono esponenti di ogni forza politica e la sala piena di calabresi, arrivati in treno questa mattina a Roma. Ci sono la sua famiglia e le rappresentanti di Azzurro Donna, il movimento femminile di Forza Italia capitanato da Catia Polidori, che ha creato il premio Jole Santelli.
Il premio, creato dal maestro orafo calabrese Michele Affidato, è stato consegnato al presidente della Camera Lorenzo Fontana: «Perché di solito chi vince un premio se lo porta a casa. E questa era la casa di Jole» ha detto Polidori.
A quasi tre anni dalla scomparsa, la prima donna presidente della Regione Calabria è stata ricordata nella Sala della Regina della Camera dei Deputati dai compagni di vita politica, ma anche da chi in quelle aule era suo avversario, come Roberto Giachetti, ex PD ora Italia Viva, o Nicola Irto, senatore democratico che di Santelli era stato oppositore in Consiglio Regionale.
Lorenzo Fontana, presidente della Camera, ne ha ricordato l’impegno e la carriera politica mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è commosso parlando della notte della sua elezione in Calabria: «Una delle serate più belle della mia vita. La gioia di Jole non veniva dalla vittoria, ma dall’amore per la sua terra. Era orgogliosamente calabrese, sapeva già che quel male l’avrebbe fatta soffrire, ma ha voluto farlo lo stesso. Era un soldato, uno di quelli a cui si dà la medaglia al valore civile. E noi gliela appuntiamo, quella medaglia» ha detto Tajani alzando il dito al cielo.
Dai ricordi delle amiche di sempre emerge Jole Santelli donna prima che politico, la forza di decidere di candidarsi alla presidenza della Regione quando stava già combattendo il cancro, di chiedere al suo oncologo se fosse in grado di affrontare la campagna elettorale, campagna in cui quella lotta mai nascosta era diventata quasi un vanto. «Oncologo dell’ospedale di Paola» tiene a precisare Mara Carfagna «e lei voleva che lo sapessero tutti, perché per lei era la dimostrazione che in Calabria le eccellenze esistono, anche nella sanità. Ma Jole ha sfatato tanti altri tabù: i luoghi comuni sulle donne in politica e sulle donne che non sanno fare squadra, i luoghi comuni sulla Calabria. Ho condiviso con lei l’orgoglio e la fatica di essere meridionale, è stata la mia guida, il mio mentore politico. Era libera e fiera e la sua vita mi ha insegnato una lezione fondamentale: mai giudicare una causa impossibile».
Dedicato a Jole Santelli
Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca, parla delle vacanze fatte insieme in Calabria. «Non riesco a parlare di lei al passato. Lei è. Mi ha cambiato la vita, era appassionata e orgogliosa. Quando ero con lei nella sua terra non faceva che guardarsi intorno e dire: “Guarda. Guarda quant’è bella la Calabria”».
Si commuove anche Wanda Ferro, che ha ricordato la sua lunga amicizia con Santelli: «Puoi togliere un calabrese dalla Calabria, ma mai la Calabria da un Calabrese» ha scherzato il sottosegretario all’Interno «E lei aveva la forza per la rinascita della nostra terra, quella Calabria che amava profondamente con le sue luci e le sue ombre, le sue maledizioni. Era senso di orgoglio e appartenenza e lei avanzava incurante di pregiudizi e pettegolezzi. Lei voleva cambiare la Calabria, voleva che ritrovasse l’orgoglio. Jole era una donna libera, sincera, aveva la tranquillità di chi sa di essere nel giusto e di avere le mani libere».