Il piccolo centro reggino conta solo 400 abitanti, mentre sono appena 254 gli elettori che si sono presentati alle urne. Ma qui tutto funziona, anche le finanze comunali che possono contare su un tesoretto di oltre un milione e mezzo di euro: «Riusciamo a garantire servizi che gli altri si sognano» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Ferdinando Mamone è un allegro professore in pensione in completo due pezzi; lunedì scorso, alla fine del velocissimo scrutinio post voto, è stato proclamato consigliere comunale di Candidoni, risultando ultimo degli eletti nella lista “Colomba”, la civica risultata vincente. Vicesindaco uscente, Mamone ha distanziato il suo diretto “avversario” in lista, Salvatore Cotronea, di soli 3 voti. Un testa a testa all’ultimo respiro che lo ha visto prevalere grazie alle sette (7) preferenze ricevute, contro i quattro (4) voti a cui si è fermato Cotronea. Se non è un record, poco ci manca. «Si è vero sono pochini – racconta nella piazzetta davanti al comune il neo eletto consigliere Mamone – ma qui ormai siamo pochi. E poi per la verità i voti erano otto, ma in una scheda la preferenza non era molto chiara, e io non ho voluto fare storie».
Poco più di 400 abitanti (e altrettanti iscritti agli elenchi dell’Aire per i residenti all’estero) in un paesino minuscolo incastrato tra le province di Reggio e Vibo nella valle dell’alto Mesima, Candidoni è, in Calabria, il centro più piccolo andato al voto nell’ultima infornata di amministrative. I votanti effettivi sono stati appena 254 e la “battaglia” per il rinnovo del consiglio comunale è finita con un testa a testa all’ultima preferenza tra l’uscente Vincenzo Cavallaro e lo sfidante Fabio Montalto: 132 voti per il primo, 122 per il secondo.
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Numeri che possono fare pensare alle votazioni durante le riunioni di condominio in un palazzone di periferia, e che invece da queste parti (la provincia di Reggio è carica di micro comuni abbondantemente sotto i mille abitanti) portano alla poltrona di primo cittadino. «Siamo fieri della nostra autonomia ma questo non significa che ci vogliamo arroccare dietro il nostro campanile – dice Vincenzo Cavallaro, avvocato rieletto sindaco per il terzo mandato consecutivo e che sindaco di Candidoni era già stato per altre due volte nel decennio a cavallo tra i due secoli – con gli altri paesi della nostra zona (Feroleto della Chiesa, Serrata, San Pietro di Caridà e Laureana di Borrello) abbiamo già gettato le basi per un’associazione di comuni che renda la nostra voce più forte».
Una strada lunga qualche centinaio di metri come corso principale su cui affacciano il municipio, la farmacia e l’ufficio postale, e altre due, una a monte, l’altra a valle, rappresentano il centro urbano del paese. Non un negozio di alimentari, non un’edicola, nemmeno un bar, l’ultimo ha tirato giù la serranda anni fa. Anche la scuola elementare si è arresa da più di un decennio: un processo comune a tanti altri centri della zona, dettato dallo spopolamento e dal progressivo processo di invecchiamento della popolazione residente, ma che a Candidoni sono certi di poter invertire. L’asso nella manica è un bilancio comunale che fa invidia alla quasi totalità dei centri della provincia e che ha fatto segnare, nell’ultimo esercizio, un avanzo d’amministrazione di 1,4 milioni di euro.
Un “tesoretto” figlio dell’Imu sui terreni agricoli (oltre 20 chilometri quadrati di territorio coltivati a agrumeti, kiweti e uliveti) che ha consentito al minuscolo paesino della Piana di portare avanti una serie progetti ambiziosi.
«Siamo pochi ma non siamo isolati: nella sostanza viviamo una conurbazione di fatto con i centri vicini – dice ancora il sindaco – è vero la scuola ha chiuso ma forse è meglio così rispetto all’alternativa delle pluriclassi. Anche perché i nostri bambini vanno a scuola a Laureana, poco più di chilometro da qui. Abbiamo però una scuola per l’infanzia e anche se è privata, grazie ai fondi di bilancio, riusciamo a pagare la retta a chi è in difficoltà. Così come aiutiamo gli studenti universitari nell’acquisto dei libri di testo e garantiamo un bonus bebè per ogni nuovo nato: 500 euro per ogni bambino ma stiamo pensando di aumentare la cifra, così come è allo studio un incentivo per chi vorrà trasferirsi a vivere da noi. E poi il servizio “civico” per i nostri ragazzi con borse annuali pagate con fondi del nostro bilancio e il servizio di video sorveglianza che ora copre tutto il centro abitato e la villa comunale. Siamo pochi, ma riusciamo a garantire servizi che altri comuni si sognano».
Piccole (grandi) cose che in un piccolo comune come Candidoni possono fare la differenza. Anche se solo per 10 voti.