Il rapace non nidificava più in Calabria meridionale da decenni. Ora nuove speranze grazie al rilascio di otto giovani esemplari
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Il progetto “Life milvus” è nato allo scopo di reintrodurre i nibbi reali nei boschi calabresi. Nel luglio scorso, LaC News24 anticipò finalità e obiettivi del progetto, scandito da più fasi e ora arrivato al rilascio dei primi esemplari nel Parco nazionale dell’Aspromonte, dove sono i nibbi sono scomparsi decenni fa.
Con poche ed agili battute d’ala, gli otto rapaci sono usciti dalle due voliere di ambientamento che li avevano ospitati per poco più di un mese. Ora volano nei dintorni dell’area di rilascio e frequentano di tanto in tanto una mangiatoia che viene rifornita per supportarli in questo primo pe- riodo di libertà. I volatili sono muniti di gps che permettono al team del “Live milvus” di controllarne i movimenti. Inoltre, le telecamere installate nella zona consentono di osservarli e leggere gli anelli di identificazione mentre si alimentano. Tutti i passaggi del progetto sono stati documentati e racchiusi in un video diffuso sui social e su You tube.
Il progetto
I dettagli sono illustrati dal Parco in una nota stampa: «La liberazione degli otto giovani nibbi reali – si fa presente- è frutto di una straordinaria collaborazione internazionale che ha visto come protagonisti lo staff dell’ente, istituzioni, associazioni ed ornitologi italiani e svizzeri. L'importante iniziativa di conservazione viene realizzata grazie al progetto cofinanziato dalla Commissione Europea, del quale il Parco è il coordinatore, affiancato da E-Distribuzione spa, da Regione Calabria e dall'associazione Conservatoire des espaces naturels de Corse (Corsica)».
Il nibbio reale in Calabria
Il nibbio reale, che non nidifica più in Calabria meridionale da molti decenni, è una specie considerata vulnerabile a livello italiano. Pur non avendo alcun impatto negativo sulle attività umane, ha subito una drammatica diminuzione nel secolo scorso principalmente a causa del bracconaggio. Una delle minacce più gravi per la sua conservazione è anche l'uso di bocconi avvelenati perché il nibbio reale si alimenta principalmente di animali morti e questo importante ruolo ecologico di "spazzino" dell'ambiente naturale, che elimina residui potenzialmente pericolosi e ricicla biomassa, può costargli la vita. «L'Ente Parco – chiosa in comunicato-ha in programma varie attività di sensibilizzazione che puntano a far conoscere il rapace alla popolazione ed a coinvolgerla nella reintroduzione di questo magnifico volatile, che merita di tornare a colorare i cieli dell'Aspromonte».