Associazioni e comitati di salvaguardia del centro storico si apprestano a chiedere a Palazzo dei Bruzi un cambio di destinazione d'uso della struttura dopo lo sblocco del cantiere da parte del Tar
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Alla confluenza dei fiumi Crati e Busento per adesso ci sono soltanto macerie, ma il Tar nei giorni scorsi si è espresso sulla regolarità delle procedure adottate dal Comune di Cosenza durante la sindacatura di Mario Occhiuto, per la parziale demolizione dell'ex Hotel Jolly e sede dell'Aterp.
Il cantiere può riaprire
I giudici amministrativi hanno dato via libera al progetto di costruzione di un nuovo immobile sulle fondamenta del precedente, più basso e quindi meno impattante rispetto all'ambiente circostante. Dovrebbe ospitare il Museo di Alarico. Il condizionale però è d'obbligo, perché il disco verde riguarda esclusivamente la ripartenza del cantiere, mentre sono rimaste intatte le resistenze di comitati ed associazioni per la salvaguardia del centro storico, contrarie alla realizzazione di un'opera dedicata al re dei Visigoti e che vorrebbero da Palazzo dei Bruzi un segnale di discontinuità rispetto al passato, da concretizzarsi attraverso un cambio di destinazione d'uso del plesso.
Polifunzionale per i servizi pubblici
Si pensa ad un polifunzionale, ad un contenitore di servizi pubblici da erogare alle famiglie di Cosenza vecchia, dove il disagio si tocca con mano ed il degrado avanza, in attesa che le risorse del Cis e di Agenda Urbana vengano impiegate e producano i primi effetti visibili sul territorio. Insomma ancora una volta il mito di Alarico potrebbe tramontare condannando il monumento di Paolo Grassino inaugurato sulle sponde dei fiumi nel 2016, ad un lungo periodo di solitudine.