VIDEO-FOTO | Mezzogiorno Strategico-L’Italia del Sud: sfida politica, economica, culturale ed etica. L’evento della Fondazione Magna Grecia a Roma. Tra i tanti ospiti anche il presidente della Commissione Cultura alla Camera Federico Mollicone e il Ragioniere generale di Stato Biagio Mazzotta
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Il Pil del Mezzogiorno che segnerà -0,4% nel 2023. Il Nord che cresce, il Sud che entra in una nuova recessione. Sono i terribili dati di Svimez sul Meridione a dare il via a Sud e Futuri, l’evento realizzato dalla Fondazione Magna Grecia presieduta da Nino Foti, arrivato alla sua quarta edizione.
Ridurre il divario. Una sfida, quella della Fondazione, che ha organizzato l’evento con la partnership del Gruppo Pubbliemme-Diemmecom, ViaCondotti21-LaCapitale, LaC Network e AdnKronos, che parte dalla cultura, argomento del primo panel della giornata, moderato dal giornalista del Corriere della Sera Francesco Verderami.
«La cultura è l’elemento fondante dell’identità italiana» - ha detto Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura alla Camera. «Deve diventare una leva di sviluppo. Nel Pnrr c’è già mezzo miliardo di euro per la digitalizzazione del patrimonio culturale, che è una cosa fondamentale. Il Governo ha dei progetti per dare valore alla cultura. Vogliamo ridurre l’Iva sulle spese culturali fino al 4% e vogliamo creare le ZES della creatività. Esattamente come accade per le aziende in Zone Economiche Speciali, qui la creatività sarà valorizzata e resa uno strumento di sviluppo».
All’evento, coordinato da Alessandro Russo, direttore editoriale del Network LaC e Paola Bottero, direttore strategico del Gruppo Pubbliemme, il parterre era veramente d’eccezione.
«Se cresce il Sud cresce tutta l’Italia - ha sostenuto Biagio Mazzotta, Ragioniere Generale dello Stato - e il Sud può crescere con la cultura. Non dimentichiamo che cultura vuol dire turismo e il turismo fa crescere il Pil. Il problema non sono i finanziamenti, non serve chiedere più fondi. I soldi ci sono, solo che non vengono spesi. Nel Pnrr ci sono 5 miliardi, ma ci sono anche i Fondi Strutturali europei, il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. I fondi strutturali giacciono lì da dieci anni senza che si riescano a spendere. È ovvio che non restano lì per sempre».
È d’accordo anche Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, che lancia l’allarme: «I soldi non si spendono. Non si è capaci di mettere a terra i progetti da realizzare, le amministrazioni locali hanno spesso molte difficoltà a partecipare ai bandi di gara. È un problema enorme, perché in questo modo non riusciremo mai a raggiungere i parametri per l’erogazione dei fondi del Pnrr».
C’era anche Adriano Giannola, presidente di Svimez, che ha ribadito i dati, terribili, del Rapporto appena rilasciato da Svimez sul divario tra Nord e Sud. La forbice si allarga, le disuguaglianze continuano a crescere e i giovani lasciano il Meridione per le città del Nord o vanno all’estero. Un milione e duecentomila giovani, secondo Svimez, sono partiti negli ultimi venti anni. «Bisogna ristabilire un equilibrio nella distribuzione dei fondi, altrimenti i ragazzi continueranno a scappare» ha detto Giannola «i meccanismi per accedere ai fondi a volte sono talmente macchinosi da renderlo impossibile. Questo deve cambiare».
Per Giorgio Sotira, Ceo di Civita Mostre e Musei, e Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici del Lazio, la cultura serve anche all’occupazione, se si riuscirà a darle il peso che merita. Investire sulla scuola, partire dai più piccoli anche per cambiare i modelli culturali favorirà anche l’aumento dei livelli di occupazione femminile.
«La maggior parte dei lavori che faremo nel futuro neanche esistono ancora» dice Francesco Cicione, fondatore di Entopan e degli Harmonic Innovation Hub «viviamo in un’epoca senza precedenti, ma la nostra è anche una società piena di diseguaglianze. Il nostro compito è essere “buoni antenati”, custodire e tramandare il nostro patrimonio alle nuove generazioni. Purtroppo questo non va d’accordo con gli obbiettivi economici trimestrali delle aziende, perché c’è bisogno di una visione e investimenti in innovazione che siano a lungo termine. Oggi le imprese non sanno creare futuro».
A chiudere il primo panel della giornata è stato Antonello Colosimo, giudice della Corte dei Conti e tra i fondatori della Fondazione Magna Grecia.
«Qualcuno diceva che con la cultura non si mangia. Non è così. E dobbiamo andare ancora oltre il concetto di “valore della cultura”. Pensiamo alla Cultura come Valore. Valore sociale, perché senza cultura la società non evolve, ma anche Valore economico. Noi siamo una potenza culturale. Abbiamo una ricchezza che il mondo ci invidia e non riusciamo a metterla a regime».