Sotto il cielo grigio di Paravati oltre diecimila fedeli, che sono giunti da ogni parte di Italia per il 24esimo anniversario dell’arrivo della sacra effige del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime. La statua custodita nella cappella della Fondazione che una volta l’anno viene accompagnata per le vie del paese in una solenne cerimonia. Una giornata intensa, carica di fede ed emozione. Una fede che va oltre il divieto emesso dal Vescovo a svolgere attività di culto alla fondazione. “Qui preghiera ed eucarestia sempre, non solo oggi”, si legge in uno degli striscioni esposti durante la cerimonia. E poi arrivano le parole decise del vescovo Luigi Renzo, che rivolgendosi al popolo di Natuzza dice: «Non lasciatevi ingannare dalle bugie. Se Natuzza non è della chiesa e nella chiesa, non può essere dichiarala Santa».
Dall’altare il presule annuncia che domani, martedì 14 novembre, incontrerà il prefetto della congregazione della fede per approvare la commissione teologica di studio formata da docenti dell’istituto teologico calabro San Pio X di Catanzaro. Un passaggio propedeutico alla causa di beatificazione di Mamma Natuzza.

 

Il segno dal cielo


Ma è a fine messa, officiata da monsignor Salvatore Nunnari, che accade qualcosa. Una pioggia improvvisa bagna la folla, mentre il sole contemporaneamente squarcia le nuvole. Un evento che appare come una benedizione. “È il segno della presenza di Mamma Natuzza”, esclamano emozionati molti fedeli, volgendo lo sguardo al cielo. Ed è in quel momento che due donne assistono a un fenomeno strano. «Il sole ha cambiato colore», raccontano visibilmente emozionate, mentre dai loro occhi scendono lacrime di gratitudine. Forse è solo suggestione o forse è davvero un segno sovrannaturale che dal cielo la mistica ha voluto offrire al suo popolo.

 

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Cristina Iannuzzi