Presente il papà: «Ho sentito genitori raccontare la storia del mio bambino ai figli. Questo mi ha riempito il cuore di gioia». L’assessora Scopelliti: «Siamo al lavoro per far adottare l'area»
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«Tutto nuovo, tutto pulito, tanti fiori. Ho davvero tante persone da ringraziare. Ho visto tanti fermarsi e molti genitori raccontare la storia di Gianluca ai loro figli. Tutto questo mi ha riempito il cuore di gioia». Pietro Canonico ha commentato così la nuova iniziativa della cittadinanza di Reggio Calabria che si è dedicata alla piazza, sita in via Aspromonte accanto alla scuola primaria Edmondo De Amicis, che dal 2016 porta il nome di suo figlio Gianluca e che era ridotta ad un ricettacolo di sterpaglie e rifiuti. Adesso quella piazza è rinata e così anche la memoria di Gianluca, la cui stele giaceva circondata dal degrado.
È come se, nel gesto spontaneo e generoso di tutte le persone che hanno voluto esserci per dare un loro contributo, Gianluca, vittima innocente di una sparatoria consumatasi nel rione Pescatori, zona Sud di Reggio Calabria, nel luglio del 1985, fosse di nuovo in qualche modo presente. Strappato brutalmente e troppo presto alla vita e all’amore di chi è rimasto a sentirne la mancanza, adesso il piccolo può tornare ad essere ricordato anche in questo luogo senza che ciò ingeneri ulteriore dolore e angoscia.
Il decoro e la memoria
Dopo aver conosciuto, come la scalinata monumentale di via Giudecca, degrado e abbandono, questa piazza, graziata anche dalla memoria di un bimbo, torna al decoro e allo splendore grazie all’impulso e all’impegno della cittadinanza reggina di buona volontà.
«Siamo particolarmente felici perché ciò che immaginavano per questo luogo si è avverato. Il nostro desiderio di esserci con i gesti e con i fatti, in questa occasione ha assunto un significato ancora più profondo vista anche la presenza del papà di Gianluca, Pietro Canonico che siamo stati contenti di aver conosciuto. Ha un valore immenso il fatto che attraverso la nostra presenza, lui abbia sentito la cittadinanza vicina», ha spiegato Simona Lanzoni, tra le promotrici di queste iniziative di pulizia e riqualificazione dei luoghi comuni.
Un’iniziativa che non si è esaurita nella pulizia e che ha generato ancora bellezza e partecipazione grazie alla piantumazione di alberi e alla promozione di attività ludiche per bambini, sempre offerte dalla cittadinanza per ricordare il piccolo Gianluca. Ognuno ha donato con grande generosità piante e fiori ma soprattutto tempo e talenti.
Il dono di tempo, piante e talenti
«Abbiamo piantato ulivi, gerani, gelsomini, begonie agapanthus, oleandri. È stato bello prendere parte a questa iniziativa che dimostra come sia possibile davvero cambiare in meglio le cose. In questi giorni abbiamo frequentato questo luogo comune per ripulirlo e popolarlo di fiori e verde. Io ho piantato un alberello che avevo sul mio balcone e una pianta con fiori. È un’iniziativa che si arricchisce anche di memoria. Non possiamo restituire il piccolo Gianluca alla vita e all’amore della sua famiglia ma possiamo donare una piccola consolazione, una piccola carezza che speriamo possa fare sentire il papà meno solo. È un modo di essere comunità, di volersi bene anche se non ci si conosce e di testimoniare con i gesti che una comunanza degli affetti sia praticabile al di là di ogni formalità», ha spiegato Giusy Chirico.
«Ho offerto con grande emozione un laboratorio di carta pesta che ha coinvolto i bambini e le bambine che c’erano in piazza. È stato il mio modo di contribuire al ricordo di Gianluca e ad un senso di appartenenza ad una comunità che non vuole dimenticare, compiendo dei gesti concreti. In tanti ci siamo ritrovati qui nei giorni scorsi a raccogliere carte e rifiuti lasciati a terra. Proprio qualche sera fa, mi sono accorta che qualcuno aveva lasciato accanto alla stele di Gianluca un piccolo angioletto che poi abbiamo consegnato al papà Pietro affinché fosse lui a conservarlo. Qualcuno ha voluto compiere questo gesto per manifestare la presenza speciale degli angeli in questa piazza, per testimoniare la partecipazione ad una perdita così dolorosa e per rinnovare l’affidamento del piccolo, e di chi resta qui con lui dentro il cuore, ad un angelo custode», ha raccontato Elena Iacopino.
«Vengo dal Marocco e sono a Reggio da 22 anni. Da tempo mi occupo di giardinaggio e aver dato una mano a pulire e piantare in questo luogo per me è stato un modo per ringraziare i calabresi e i reggini di avermi accolto», ha spiegato Abderrahim Mlissa.
«Abbiamo voluto esserci per dare un nostro contributo, facendo volare degli aquiloni. Abbiamo scoperto che questa piazza ricorda una persona speciale e abbiamo voluto spiegare ai nostri bambini quello che è successo a Gianluca. Per quanto possibile è giusto che inizino già adesso a capire e a confrontarsi con queste storie particolari che è doveroso conoscere», ha spiegato Valerio Bascià.
Il dovere di custodire
Un’altra straordinaria testimonianza di cittadinanza attiva che c’è, adesso, il dovere di preservare e di non disperdere.
«Torno in questo luogo a me particolarmente caro. La fondazione intitolata alla memoria di mio padre, il giudice Antonino Scopelliti, alcuni anni fa volle donare alla famiglia Canonico e alla Città la stele in memoria del piccolo Gianluca. Oggi da assessora comunale alla Cultura e alla Legalità di Reggio Calabria, ringrazio la cittadinanza di aver preso in carico questo luogo, di averlo riqualificato e di averlo restituito al decoro e alla fruizione della collettività. È importante aver testimoniato e praticato la legalità con la cura del bene comune. Un’esperienza di cittadinanza responsabile e fattiva che va valorizzata. Come amministrazione comunale siamo al lavoro per proseguire in questo percorso e far adottare la piazza in modo da salvaguardare gli esiti straordinari di questo slancio di amore e cura per la Città e in particolare per questo luogo di memoria così speciale», ha sottolineato Rosanna Scopelliti, assessora comunale Cultura e Legalità di Reggio Calabria, in piazza in rappresentanza del Comune unitamente al consigliere con delega al decoro urbano Massimiliano Merenda.
«Chiediamo che adesso l’Amministrazione comunale si impegni affinché questa piazza non torni com’era prima. Sappiamo che è in corso l’iter per l’adozione di questo luogo. Vedendo però gli altri spazi adottati in città, non sembra che questo strumento sia sempre quello idoneo per mantenere decoro degli spazi versi pubblici. È mia opinione che non sia necessario un accordo formale, un documento o un patto per prendersi cura con serietà e puntualità di un luogo. Lo abbiamo dimostrato con quanto fatto in questi mesi. Io credo che chi abbia la sensibilità e la voglia di farlo, debba poterlo fare liberamente», ha concluso Simona Lanzoni, tra le promotrici dell’iniziativa.