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«La tragedia che poche ore fa ha colpito il centro Italia ci fa rendere conto - ancora una volta - come non si possa assolutamente sottovalutare il rischio sismico, al quale è particolarmente esposto anche il territorio della nostra regione. Questa volta un evento luttuoso di grande portata ha colpito alcuni comuni delle aree appenniniche dell'Italia centrale tra il Lazio, l'Umbria e le Marche (foto Panorama). La prevenzione è il primo passo per convivere con il terremoto e limitarne i danni. Naturalmente bisogna costruire nel rispetto della normativa antisismica, ma anche - e soprattutto - adeguare e migliorare sismicamente il patrimonio edilizio già esistente, che caratterizza gran parte dei centri storici, ove sono generalmente concentrate le strutture più vecchie e antiche, progettate senza criteri antisismici, prive di studi geologici».
Si esprime così l’Ordine dei geologi della Calabria che, in un lungo intervento, ha evidenziato la necessità, per la Regione, di censimento e studio degli edifici, per valutarne la vulnerabilità: «E' bene ricordare – hanno evidenziato - che gran parte degli edifici esistenti sono stati realizzati antecedentemente all'introduzione della legge antisismica, quindi progettati senza alcun criterio antisismico, tra cui migliaia di edifici scolastici e tante altre strutture pubbliche, come ad esempio gli ospedali»
Al riguardo da diverso tempo l'Ordine dei Geologi suggerisce l'istituzione del "fascicolo del fabbricato": una specie di "libretto sanitario" dell'edificio, finalizzato a valutarne - attraverso uno studio multidisciplinare - le reali condizioni sismiche, statiche, strutturali e geologiche del sito ove esso sorge. Ciò al fine di avere piena e concreta conoscenza della vulnerabilità sismica dell'edificato regionale.
Indispensabile accelerare e finanziare maggiormente la redazione degli studi di "Microzonazione sismica", che individuano gli effetti locali di un sisma sul territorio; nonché la risposta da parte della politica per incoraggiare il miglioramento degli edifici, anche tramite la messa a disposizione di risorse finanziarie: «E' fondamentale – aggiungono - che vengano adeguati ed aggiornati i Piani di Emergenza Comunali - strumenti indispensabili per la prevenzione dei rischi su scala comunale - e che questi vengano realmente utilizzati dai Comuni e divulgati tra la popolazione. I Piani di Emergenza raccolgono l'insieme delle procedure operative d'intervento per fronteggiare le calamità attese in un determinato territorio».
Nonostante l’obbligatorietà «soltanto circa il 50% dei Comuni calabresi si è dotato di tale Piano e la Calabria rappresenta il fanalino di coda rispetto ad altre regioni: anche in questo caso è un problema di risorse finanziarie che non permettono ai Comuni di realizzare un piano di sicurezza adeguato».
Oltre al potenziamento delle strutture tecniche regionali attualmente ancora fortemente carenti soprattutto per la componente geologica, l’Ordine ha aggiunto: «Il territorio regionale è particolarmente esposto al rischio sismico, per cui bisogna essere sempre pronti a fronteggiare l'eventualità che un "forte" terremoto si possa verificare da un momento all'altro».
Nell’esprimer profondo cordoglio per la tragedia avvenuta e, attraverso un accordo tra il Consiglio Nazionale dei Geologi e il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile - che prevede attività di volontariato per le emergenze di tipo "C", l’Ordine «s’è reso disponibile per inviare geologi professionisti esperti, opportunamente formati, nelle aree colpite dal sisma». Lo afferma il presidente dell'Ordine dei geologi della Calabria Francesco Fragale. (Il Dispaccio)