Era la notte tra il 21 e il 22 marzo del 1942 quando un aerosilurante, denominato il Gobbo Maledetto per la sua efficacia, appartenente alla squadriglia 278, partito da Catania per una missione di guerra sul Mediterraneo Centrale, al ritorno perse la rotta per una avaria e per le cattive condizioni del tempo, giungendo nella Locride. Dopo aver più volte girato intorno a Gioiosa Jonica in fiamme, andò a schiantarsi contro la collina di Prunia.

Persero la vita i sei avieri a bordo (Emilio Iuzzolino, Gualtiero Calanca, Alfredo Marcellino, Vito Zaffarana, Giuseppe Di Leo e Pasquale Iovannella) malgrado l’intervento di persone coraggiose che avevano visto cadere l’aereo a 50 metri dalla loro abitazione. Estrassero i corpi dalla carlinga ancora in fiamme.

Sul posto, a seguito di colletta popolare, venne costruito un monumento a perenne ricordo di quegli eroi morti per la patria. Ottanta anni dopo la comunità gioiosana ha voluto commemorare gli avieri caduti, e nell’occasione invocare la pace in Ucraina. L’iniziativa è stata promossa dal circolo aeronautico di Caulonia con il suo presidente Mario Vasile, appassionato di volo e di ricerche storiche, con il patrocinio del Comune di Gioiosa Jonica e la collaborazione attiva di associazioni e volontari.

«Sono appassionato pilota e amante della ricerca e conservazione memorie storiche – ha detto Vasile - L’unico motivo che mi ha spinto a promuovere l’iniziativa è quello di ridare dignità e memoria agli avieri caduti, mettendo in sicurezza il luogo conservando le condizioni. Ci tengo a ringraziare l’Amministrazione comunale, le associazioni e l’Aeronautica Militare per la pronta disponibilità che hanno dimostrato, senza di loro nulla si poteva fare». Secondo il primo cittadino Salvatore Fuda «Oggi la guerra brucia ancora in Ucraina nel cuore dell’Europa che torna ad essere percorsa da timori e paure. Dopo ottanta anni siamo tornati sulla collina, a Prunia, con una camminata per ricordare quei caduti e per chiedere con forza il “cessate il fuoco”. La guerra, in qualunque tempo e in qualunque luogo, è la cosa più orribile che l’uomo possa concepire e che purtroppo non ha ancora imparato a ripudiare».