La prognosi non è più riservata, ma le condizioni di salute di Papa Francesco restano ancora preoccupanti. Come stanno vivendo questo momento i suoi conterranei in Argentina e, in particolare, a Buenos Aires? Se n’è parlato oggi a Dentro la Notizia, il format di LaC condotto da Pier Paolo Cambareri.

Ospite via Skype Pasquale Guaglianone, autore televisivo e documentarista, attualmente impegnato in Argentina nella produzione della nuova stagione di Calabresi in Argentina, il format di successo trasmesso su LaC Tv. Nel corso delle sue riprese, Guaglianone ha incontrato amici d’infanzia e familiari di “padre Jorge”, testimoni del suo percorso e sostenitori di un pontificato che sta lasciando un segno nella storia.

Qual è lo stato d’animo in Argentina e in particolare a Buenos Aires? «L'Argentina – dice Guaglianone - sta vivendo un momento molto complesso e difficile. Qui, come in gran parte del Sud America, le persone tendono a riflettere con passione e cuore. Papa Francesco, nel contesto argentino, è visto sotto due aspetti principali: quello di ex arcivescovo di Buenos Aires, dove ha sempre sostenuto i bisognosi, e quello di papa. Molti, però, lo criticano per non essere mai tornato nella capitale, ma ho cercato di spiegare che ora ha un ruolo diverso, quello di papa universale.

Recentemente ho incontrato Sergio Rubin, il vaticanista di riferimento per la stampa e la televisione argentina, in occasione della presentazione del mio nuovo format edito da LaC, La mia America, che includerà una puntata dedicata ai luoghi legati a Papa Bergoglio. Ho capito che Papa Francesco si è sentito deluso dall'Argentina, soprattutto dopo che il paese ha approvato la legge sull'aborto e quella sulle unioni civili, proprio nel periodo in cui lui si opponeva a queste normative. Probabilmente, per questo motivo, ha scelto di non tornare a Buenos Aires».

Come si giudica il pontificato di Papa Francesco? «È importante ricordare che lui ha sempre mantenuto un forte legame con la povertà. A Buenos Aires, ha vissuto a stretto contatto con le periferie, frequentando le villas miseria (simili alle favelas brasiliane), dove la povertà, la violenza e il narcotraffico sono una realtà quotidiana. Molti di quei luoghi sono abitati anche da immigrati, provenienti da Paraguay, Perù e Venezuela».

Papa Francesco, pur ricoprendo il ruolo di papa, non ha mai dimenticato la sua identità sacerdotale: «È sempre stato impegnato a portare un messaggio di speranza e di apertura alle Chiese, come aveva già fatto da arcivescovo.

Un momento cruciale nella sua carriera fu quando, dopo l'incontro dei vescovi latinoamericani al Santuario di Aparecida, emerse come una figura di riferimento per la Chiesa in Sud America. Al suo ritorno a Buenos Aires raccontò che la Chiesa aveva bisogno di un messaggio nuovo, più aperto e in grado di rispondere alle sfide del tempo».