CATANZARO -  I lavoratori della Fondazione Campanella hanno diramato un documento nel quale ripercorrono tutto il ‘calvario’ affrontato in questi mesi di proteste a difesa del loro posto di lavoro. Nella nota stampa chiamano in causa quanti, a loro dire, avrebbero compiuto scelte difficili da accettare e che avrebbero portato il polo oncologico di Catanzaro verso la chiusura. "Sono mesi che lavoriamo senza sosta, spesso costretti ai doppi turni per garantire un servizio a chi merita veramente, i nostri ammalati. Abbiamo perso la dignita' da tempo – si legge nella nota - costretti a mendicare i soldi per il carburante per raggiungere il posto o per fare la spesa in una situazione di stress psicologico continuo, con lo spettro del licenziamento collettivo che incombe su di noi. Questa triste situazione e la pressione continua che giorno dopo giorno viviamo, non ci fa operare con serenita' e inevitabilmente potrebbe ripercuotersi sull'attivita' assistenziale. Siamo, insieme ai pazienti, l'anello debole di una catena da tempo aggrovigliata per volonta' e responsabilita' di chi ha governato e governa la sanita' calabrese. Assistiamo giornalmente ad una Regione senza una visione strategica che per un verso sostiene la formazione erogando borse di studio per i percorsi di specializzazione medica, dall'altro, non crea le condizioni per tenersi stretti i professionisti alla fine del percorso formativo, che sono costretti a lasciare la propria terra e rivenderanno il proprio prodotto in altre regioni d' Italia e d'Europa. Nel frattempo, mentre tutto scorre, noi poveri infermieri e oss ce ne andremo a casa tra meno di trenta giorni- prosegue la nota - assistendo da spettatori, dopo aver dato anima e corpo per la Fondazione Campanella.