TORINO - Un maldestro, ma credibile tentativo di imitare un manifesto funebre. Non si sa se per uno scherzo di pessimo gusto o con l'obiettivo di intimidire il destinatario. Pasquale Mario Mazza, consigliere e segretario comunale di Castellammonte, nel torinese, qualche anno fa aveva denunciato alcuni fatti finiti nell'inchiesta Minotauro, sfociata, nel 2011, in un'operazione che aveva portato all'arresto di 146 soggetti presunti membri dei clan calabresi in Piemonte. "Ho saputo del manifesto dai vigili - racconta - e mia moglie, che ha risposto alla telefonata, li ha subito rassicurati sul fatto che ero vivo, stavo solo dormendo. Poi mi hanno detto che sul manifesto c'erano anche i nomi di mia moglie e mia figlia e mi sono preoccupato". Il concigliere ha dichiarato che, più che la pista mafiosa, teme che potrebbe trattarsi di una semplice ripicca da parte di qualche avversario politico. "Qualche giorno prima di partire per le vacanze - spiega - avevo protocollato una lettera anonima in cui si parlava dell'appalto di manutenzione di un torrente. Poi ne ho parlato in consiglio comunale il 24 luglio". (lc)