In occasione della Festa della mamma, il Comitato donne reggine ha voluto organizzare un incontro speciale: mamme detenute e figli insieme per un giorno, a condividere una giornata di gioia e sensibilità. Organizzato d'intesa con l'Amministrazione penitenziaria e con il supporto dell'associazione "Liberamente", l'evento è in programma domani all'interno della Casa circondariale "Panzera" di Reggio Calabria.

«È la prima volta - è scritto in una nota - che si celebra questa ricorrenza all'interno delle mura penitenziarie reggine. La proposta del movimento spontaneo femminile si è inserita alla perfezione in una progettualità educativa preesistente nella Casa circondariale, mirata a curare il mantenimento e il recupero degli affetti familiari, trovando quindi l'immediata disponibilità della Direzione».

«Per la prima volta a Reggio Calabria - afferma Sabina Cannizzaro, componente del direttivo del Comitato - le mamme avranno un permesso straordinario per trascorrere una mattinata con i loro figli. È qualcosa che ci emoziona tantissimo. E mi preme anzitutto ringraziare il direttore Carrà per la sensibilità mostrata, tutti gli educatori che ci hanno supportato, gli agenti di Polizia penitenziaria, il Tribunale di sorveglianza, tutte le preziosissime componenti del nostro Comitato e, non di meno, l'associazione Liberamente, con cui condividiamo l'organizzazione di questo entusiasmante progetto. Il nostro intento è dare un significato profondo alla Festa della mamma, offrendo una giornata di gioia e amore alle donne detenute ed ai loro figli». 

«L'idea - afferma il direttore dell'Istituto penitenziario Giuseppe Carrà - è nata da una visione avanguardistica della detenzione che tende sempre più a ospitare gli affetti e, almeno nella sezione femminile, creare un ambiente in cui l'istituto sembri un po' meno carcere e un po' più casa. Da un'analisi personalmente condotta, si nota che sempre con maggiore frequenza e intensità le mamme risentono del distacco dei figli e acuiscono la propria sofferenza a causa di una sorta di 'delega forzata' per l'educazione e per la cura dei propri figli. Sulla base di questa osservazione, unitamente alla Polizia penitenziaria, all'area trattamentale e alle volontarie delle Associazioni, abbiamo voluto regalare un momento di unione, concedendo un incontro più lungo e vitale tra mamme e figli, ma anche tra figlie detenute e mamme libere».