L’umore di molti il lunedì mattina dipende da cosa ha fatto la propria squadra al fantacalcio nel week-end appena trascorso. Una stima al ribasso parla di circa 5 milioni di fantallenatori che vivono con trasporto emotivo ogni match di Serie A. Perché la nuova frontiera del tifo 2.0 è sostenere i propri fantacalciatori sparpagliati nel massimo campionato nazionale. Niente di più facile, pertanto, di vedere un tifosissimo della Juventus esultare per un gol Lautaro dell’Inter o un fan della Lazio sperare che Lukaku gli segni contro nel derby. Follia? Probabilmente, ma lucida.

Il sito di riferimento è Fantacalcio.it, un portale che ha numeri da urlo e che differenzia la sezione giornalistica dalla piattaforma dove ognuno può inserire la formazione. Parliamo di 5 milioni di utenti registrati, di 10 milioni di utenti unici raggiunti a settembre 2023 per le notizie e (tenetevi forte) più di 1 miliardo di pagine viste per la sezione “leghe”, il gioco vero e proprio. Il project manager di area editoriale è calabrese, di Cosenza per l’esattezza. «E tifo Cosenza e per nessuna altra squadra, se non per la Nazionale» tiene a precisare subito Alfredo De Vuono, classe 1983, ospite nei giorni scorsi della redazione di Cosenza Channel.

De Vuono, sa che lei è uno dei maggiori artefici di discussioni familiari e battibecchi tra fidanzati?
«Non esageriamo. Il fantacalcio è solo una metafora della vita: serve fortuna. In più, sebbene si litighi costantemente tra fantallenatori, secondo me oggi è uno dei collanti sociali più forti».

Si spieghi meglio.
«Ogni fantallenatore avrà di sicuro una chat Whatsapp con il resto del gruppo. Questo gioco genera quindi relazioni amicali che, essendo digitali, diventano continuative e durature nel tempo. Per me il fantacalcio fa vivere in modo educativo il rapporto con il calcio e con gli amici».

Lei gioca al fantacalcio?
«Certo, perché dal 2017 abbiamo prodotto un voto statistico (l’algoritmo si chiama Alvin 482) e non giornalistico».

Impreca per i gol sbagliati dai suoi calciatori?
«Ovviamente sì. Ma il bello di questo gioco è che ti costringe a dare la stessa attenzione a tutti i calciatori di tutte le squadre e non solo ai pochi e soliti noti».

Senta, ma come si ritrova in posizione apicale a Fantacalcio.it?
«Nel 2006 ero un semplice iscritto al forum, da cui poi i fondatori, Nino Ragosta e Luigi Cutolo, rispettivamente Ceo e Cto di Quadronica, selezionarono il gruppo di lavoro del nascituro sito. Si partì con il classico “proviamoci”, ma per loro diventò subito un lavoro vero e proprio al punto che abbandonarono le rispettive occupazioni per mettere in piedi la società di questo progetto. Inizialmente si collaborava a distanza, da anni però il centro nevralgico del nostro mondo è in un luogo fisico a Napoli».

Lei si occupa principalmente della parte giornalistica. Non era un ingegnere?
«Lo sono ancora, ma per mettere su la testata registrata presi il tesserino e, seguendo il coordinamento delle pubblicazioni fino 2019, l’impegno assorbiva l’intera giornata. Facevo la spola tra Pisa, Cosenza e Napoli. Ora mi sono trasferito anche io all’ombra del Vesuvio. Ad un certo punto abbiamo deciso di allargare l’esperienza di gioco creando contenuti alternative per gli utenti al di fuori week end calcistico».

Perché?
«Perché il traffico esplodeva soltanto nel week-end durante le partite, adesso è corposo per tutta la settimana. Io ho abbandonato la parte editoriale e mi sto dedicando a Fantacalcio Experience che ha l’obiettivo di allargare l’esperienza del gioco a 360°».

Di che si tratta?
«Sono tutte le attività e gli eventi che non siano voti o pubblicazione di news».

Negli anni come è cambiata la sua vita?
«Sono passato dall’essere uno studente fuori sede ed appassionato di calcio ad avere una visione da libero professionista in un altro ambito con il ruolo di project manager».

Siete praticamente monopolisti.
«Secondo una stima di un’università romana, copriamo il 94% del settore e siamo tra le prime testate giornalistiche indipendenti in Italia».

È nata anche la tv di Fantacalcio.it. Come va?
«In appena un anno e tre mesi ci siamo piazzati su Twitch nella top tre per l’area sport con 100mila iscritti al canale. Produciamo una striscia dalle 15 alle 17, siamo presenti nel palinsesto di Radio-tv-Serie A con Rds e andiamo in onda su Rai2 il venerdì sera. La tv pubblica se ne occupa di nuovo dopo 28 anni: nel 1995, infatti, c’era un format che parlava di Fantacalcio. Fu l’unica volta».

Il fiore all’occhiello?
«La partnership con la Lega Serie A. Siamo il fantasy game ufficiale: impensabile qualche anno fa».

Gli utenti spesso vi lanciano contro anatemi perché attribuite voti troppo bassi ai loro calciatori o troppo alti a quelli degli avversari.
«Lo sappiamo, ma per ogni partita ci sono tre o quattro redattori che stilano le pagelle. Prima era uno solo, ma da 8 anni abbiamo deciso di rendere più ponderato ogni singolo voto».

Scusi, ma lei, se dovesse attribuire i voti la domenica, non avrebbe un occhio di riguardo per i suoi calciatori?
«È l’accusa che ci rivolgono più spesso. Non esistono favoritismi, lo assicuro».

I calciatori reali di Serie A fanno il fantacalcio?
«Sì, creano leghe ibride con magazzinieri e dirigenti».

Si sono lamentati mai per mezzo voto in più?
«Certo, ma non direttamente».

Ha visto? Entrando nella redazione di Cosenza Channel è stato assalito dai colleghi che le hanno portato mille rimostranze.
«Tutte legittime. Lei non ha lamentele da farmi?».

Magari nel privato di una chat. Resta però una domanda: chi è il calciatore simbolo del Fantacalcio 2023-2024?
«Krstovic, l’attaccante del Lecce. Io l’ho preso ad agosto».

Anche io, ma non è che portiamo male a noi stessi parlandone? Una delle regole è “scaramanzia sempre”…
«Corriamo il rischio, anche se non dovesse segnare con questa continuità rimarrà lui il calciatore copertina perché scoperto dal nulla da un dirigente come Pantaleo Corvino. Insieme a Walter Sabatini è il riferimento per ogni fantallenatore: acquistare sconosciuti che facciano subito la differenza».