Una famiglia afghana, tra quelle evacuate dall’Italia a Kabul, sarà ospitata ad Acquaformosa, nel Cosentino. Lo rende noto il presidente dell’associazione “Don Vincenzo Matrangolo”, Giovanni Manoccio. La decisione di accogliere il nucleo familiare scappato dal regime talebano è stata presa in condivisione con il comune di origini arbëreshë, guidato dall’avvocato Gennaro Capparelli, da sempre sensibile alle tematiche riguardanti i diritti civili.

«Ancora una volta l’associazione “Don Vincenzo Matrangolo” e il Comune di Acquaformosa si dimostrano una realtà di accoglienza ed un porto sempre aperto ai bisogni di uomini e donne che fuggono da situazioni di pericolo» si legge in una nota. «Lunedì mattina arriverà in paese la prima famiglia di afghani scappati nell’ultimo mese dalle atrocità dei talebani ed arrivati in Italia con gli aerei e i voli messi a disposizione dal governo italiano» afferma il responsabile dell’associazione “Don Vincenzo Matrangolo”.

«Negli anni passati altri nuclei famigliari di afghani erano stati ospiti del progetto Sprar-Sai di Acquaformosa, soggiornando per oltre due anni, ottenendo il riconoscimento della protezione internazionale. Questi arrivi dimostrano come nel corso degli anni il Comune abbia dato una continuità ad un progetto che ha già superato il decimo anno di vita che ha visto ospitare oltre 930 persone provenienti da 4 continenti e da oltre 70 nazioni e ben 125 etnie» prosegue la nota stampa.

«Oggi siamo fieri di ospitare persone che hanno collaborato negli ultimi 20 anni con la nostra ambasciata a Kabul e che hanno rischiato di rimanere intrappolati nel pantano afghano, e che con la grande conduzione dell’ambasciatore Vittorio Sandalli e alla generosità del console Tommaso Claudi, hanno consentito di salvarli da situazioni pericolose» evidenzia Giovanni Manoccio, ex sindaco di Acquaformosa.

«Ad Acquaformosa troveranno una comunità pronta ad ospitarli e operatori che li seguiranno con grande professionalità. Ringraziamo il sindaco avvocato Gennaro Capparelli che ha aderito all’appello dell’Anci ed ha messo a disposizione altri 10 posti aggiuntivi per famiglie provenienti da Kabul. La mamma e i tre figli troveranno l’ambiente giusto per vivere in serenità questo momento difficile e complicato della propria vita» conclude il comunicato stampa.

«È arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti, dalle mere espressioni di solidarietà all'accoglienza vera, quella dei fatti verso gli afghani ed in particolare verso le donne afghane che vivono una situazione mortificante. Naturalmente Acquaformosa non poteva non essere in prima linea nel garantire solidarietà e accoglienza agli afghani che hanno perso libertà, diritti e dignità umana» ha dichiarato Gennaro Capparelli, primo cittadino di Acquaformosa.