Igiene, tracciabilità, sicurezza. E uno strumento in più per arginare la proliferazione dei cinghiali, «avviando – fanno sapere dalla Regione Calabria – un percorso in grado di creare economia e occupazione». Sono gli scenari che si schiudono dopo la pubblicazione delle linee guida per il controllo e la sorveglianza sanitaria sui cinghiali selvatici.

Il documento, approvato con decreto del presidente Roberto Occhiuto nella sua veste di commissario del Piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale, vede la luce «dopo attente attività di studio, approfondimento e confronto anche con gli operatori del settore e va a colmare un ritardo risalente negli anni».

«Con le linee guida – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – si pone un tassello importante nel mosaico della creazione di una filiera essenziale per diversi aspetti: da un lato, sarà elemento ulteriore per contenere l’emergenza ungulati; dall’altro favorirà la lavorazione delle carni dei cinghiali abbattuti e destinate all’alimentazione umana, senza alcun rischio di carattere sanitario».

«Negli ultimi mesi - prosegue Gallo -, insieme al presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, ci siamo adoperati perché si giungesse a questo risultato, accogliendo le sollecitazioni provenienti dal territorio ed in particolare da Confagricoltura, che ha già proposto un modello di filiera che ci auguriamo possa essere realizzato quanto prima. Ringrazio il presidente Occhiuto, il direttore generale del Dipartimento salute, Iole Fantozzi, ed il dirigente del settore veterinario dello stesso, Giorgio Piraino, per l’impegno profuso perché questo obiettivo fosse centrato».

Nello specifico, in virtù del provvedimento elaborato in sinergia dal Dipartimento salute e dagli uffici del commissario, sarà possibile sistematizzare e semplificare le fasi di gestione di capi e carcasse, a seguito di catture e abbattimenti, al fine di garantire l’obbligo che tutti gli esemplari abbattuti o catturati siano sottoposti al controllo sanitario prima di essere destinati al consumo.

Attraverso le linee guida, infatti, vengono definiti gli adempimenti che gli Enti parco, gli Atc e i Servizi veterinari delle Aziende sanitarie provinciali devono assicurare sui cinghiali selvatici, allo scopo di monitorare lo stato sanitario della popolazione animale (anche nell’ottica della prevenzione della peste suina) e, nel contempo, assicurare la salubrità delle carni e dei prodotti derivati. Vengono altresì definite le procedure operative da rispettare dal momento della cattura dei cinghiali sino alla loro destinazione finale e ogni altro aspetto legato alla definizione e al funzionamento della filiera.

«L’auspicio – conclude Gallo – è che da una forte criticità dovuta all’esponenziale presenza di ungulati, da affrontare naturalmente con ogni strumento disponibile e consentito dalla legislazione nazionale, possa innescarsi un percorso virtuoso, capace di garantire non solo sicurezza, ma anche nuove occasioni di crescita e sviluppo. Una risposta che il mondo agricolo aspettava da tempo e che oggi, insieme ad altre misure necessarie, aiuterà a tutelare campi e produzioni, valorizzando anche specifici settori produttivi».