VIDEO | Ospite dei nostri studi di Rende, ha parlato delle condizioni dei detenuti in Italia: «In Tribunale abbiamo un contatore dei suicidi». E sul caso Salis: «Vedere quelle immagini mi ha provocato orrore»
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«A Cosenza abbiamo in Tribunale un contatore dei suicidi in carcere». Gabriele Posteraro, segretario della Camera penale bruzia, non gira intorno all’argomento e focalizza il suo discorso sulle condizioni dei detenuti in Italia. È stato lui l’ospite odierno degli studi di Cosenza Channel per discutere, tra le altre cose, di processo mediatico, dei rapporti con la stampa e della posizione dell’avvocatura.
Posteraro è componente dell’Osservatorio dell’Unione delle Camere penali italiane denominato “Informazione Giudiziaria, media e processo penale”. «Il responsabile è Luca Brezigar e il nostro osservatorio è tra i più politici - spiega -. Con una costante attività di monitoraggio sui territori lanciamo un’operazione di sensibilizzazione verso i temi che riguardano le questioni che investono la presunzione d’innocenza e del giusto processo. Lo faremo anche con strumenti nuovi: per la precisione blog e interviste. Ecco perché riteniamo che questa battaglia vada condotta al fianco dei giornalisti, magari sottoscrivendo un codice deontologico comune».
«Il processo mediatico è un filtro applicato al processo penale che affievolisce le garanzie dell’imputato. La nostra posizione è minoritaria, ma lo sappiamo - spiega ancora Posteraro -. Abbiamo dalla nostra la serenità che ci offre una lettura attenta dei principi costituzionali. L’obiettivo è avere un’interlocuzione credibile con la stampa. In Tribunale a Cosenza c’è un nostro documento chiaro, in cui richiamiamo tutti gli avvocati ad una maggiore sobrietà rispetto ai rapporti con gli organi di informazione».
Lo scorso 20 marzo gli avvocati penalisti si sono astenuti dalle udienze su iniziativa dell’Unione delle Camere penali per sensibilizzare sul tema delle carceri. «È un punto per noi fondamentale - prosegue Posteraro -. In un recente convegno abbiamo spiegato come le iniziative del Legislatore non siano adeguate all’emergenza delle case circondariali e delle condizioni dei detenuti. Noi abbiamo rilanciato il tema dell’amnistia e dell’indulto. Per noi è l’unica soluzione possibile per far fronte ad una situazione gravissima».
Chiusura dedicata al caso di Ilaria Salis, per la quale l’Ungheria ritiene che esista ancora il concreto pericolo di fuga. «Vedere quelle immagini mi ha provocato orrore. L’Europa ha richiamato l’Italia al divieto di trattamento inumano dei detenuti, pertanto una persona in quelle condizioni non può essere processata».