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Che fine fanno le salme dei migranti che giungono nel porto di Vibo Marina dopo gli sbarchi che si susseguono? Chi si occupa dell’eventuale rimpatrio o, nei molti casi di vittime senza nome, chi si preoccupa di assicurare una degna sepoltura in Italia?
Siamo andati nel cimitero di Bivona, all’indomani dell’ennesimo sbarco da una nave che trasportava anche il cadavere di una donna incinta, e la realtà che abbiamo scoperto è davvero triste. Il custode che ci accompagna presso il loculo che contiene la salma, ce ne indica tanti altri ancora – dopo tutto questo tempo – anonimi e visibilmente privi di segni di riconoscimento: qualche tumulo ha un fiore appassito, ma tutti sono senza nome.
Nel giro dentro il camposanto diventato anche questo simbolo dell’accoglienza vibonese, si può notare a terra una bara aperta e vuota: “E’ della donna morta – dice il custode – il cui corpo congelato, dentro un sacco, è invece dentro questo loculo ancora non murato”.