Il professore di Gastroenterologia all’Università di Catanzaro a margine del meeting Aild lancia l’allarme sul sempre più diffuso e distorto utilizzo delle tecnologie da parte dei pazienti. Il ruolo dei giovani medici e le patologie più diffuse in Calabria: «Preoccupante aumento dell’obesità, necessaria sensibilizzazione»
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All’interno del meeting Aild che si è tenuto all’Università Magna Grecia di Catanzaro, c’è stato anche un interessante incontro con i giovani medici, gli specializzandi, quelli che a breve si troveranno a lavorare nel territorio, a stretto contatto con i problemi della gente. Ne parliamo con il prof Ludovico Abenavoli che ha organizzato il meeting
Tanti giovani medici, tanta speranza.
«I medici in formazione specialistica rappresentano una realtà del nostro percorso formativo. Impegnati nella struttura di sede o in quelle di rete, costituiscono il presente ma soprattutto il futuro della sanità calabrese. A noi il compito di assicurare loro una formazione adeguata alle moderne esigenze. A loro il mandato di costruire una sanità pubblica che meglio risponda alle esigenze dei pazienti».
Negli interventi sono apparsi determinati, molto motivati.
«La motivazione e la determinazione sono tratti distintivi delle nuove generazioni di medici. Giovani colleghi che in questa fase storica hanno numerose possibilità formative e sbocchi lavorativi».
Il ruolo del medico che un tempo si definiva di famiglia, è profondamente cambiato. Da lui dipendono molte cose.
«Il medico di medicina generale ha visto mutare nel tempo il suo lavoro e il suo ruolo. Oggi le competenze sono così varie e così specifiche, che essere al passo con i tempi è difficile. Considerando inoltre le tante incombenze burocratiche e amministrative a cui queste figure sono chiamate a rispondere. La figura del medico di medicina generale va oggi integrata con quella dello specialista ambulatoriale ed ospedaliero, al fine di ottimizzare i percorsi assistenziali e di supporto».
Si è detto che oggi il vero nemico da battere è il ‘dott. Google’.
«Nella nostra pratica clinica, soprattutto dopo la pandemia, incontriamo pazienti giungere alla nostra attenzione con una buona conoscenza medica di base. Questo aiuta a migliorare l’interazione tra medici e paziente. Tuttavia ci sono casi limite con pazienti che pretendono dal medico solo le prescrizioni sulla base di diagnosi auto prodotte cercando notizie su Internet. Questo è inaccettabile sia sul piano deontologico che etico. L’auto diagnosi senza adeguate conoscenze mediche, determina spesso ritardi nell’effettuare un reale inquadramento medico. Confonde il paziente e disorienta il professionista. Senza considerare ciò che sta avvenendo con l’avvento dell’intelligenza artificiale, a cui molti già affidano la propria salute. Dal mio punto di vista è gravissimo!»
Come sta rispondendo l’Umg alla crisi del sistema sanitario che rischia di non poter più garantire le cure a tutti?
«La Scuola di specializzazione in Malattie dell’apparato digerente dell’Umg lo scorso anno si è classificata prima tra tutte le scuole di specializzazione d’Italia, grazie alle valutazioni ottenute proprio dai nostri medici in formazione. Un grande onore per noi, ma anche sprone a fare ancora meglio. La nostra progettualità prevede un forte investimento in termini di formazione medico-scientifica dei nostri giovani medici. L’Università di Catanzaro da questo punto di vista offre notevole possibilità, anche in termini di scambi internazionali e di posizioni post laurea e post specializzazione, come i dottorati di ricerca. Investire sulle nuove generazioni oggi, significa avere migliori medici domani. Un passaggio questo che ci sta già regalando grandi soddisfazioni in termini umani e professionali».
Professore, come sta la Calabria? Quali le patologie più diffuse?
«La Calabria come tutte le altre regioni d’Italia sta invecchiando. L’età media della popolazione è aumentata e si registra un calo del tasso di natalità. Senza considerare i tanti giovani che ogni anno lasciano queste terre. La vera epidemia sanitaria dei nostri tempi è rappresentata dalle malattie croniche non trasmissibili. Ipertensione arteriosa, diabete, fegato grasso, tumori, malattie neuro degenerative, sono ormai condizioni non più rare ma molto diffuse ovunque. Ma in Calabria in aggiunta, stiamo registrando un preoccupante aumento del tasso di obesità, soprattutto tra giovani e giovanissimi. Un aspetto non secondario, chiaramente legato a mutati stili di vita e soprattutto a diete ipercaloriche e ridotta attività fisica. Da questo punto di vista utile sarebbe un piano di prevenzione e di sensibilizzazione».