Le telecamere di Dentro la Notizia arrivano sulla Perla del Tirreno che nei mesi scorsi ha tenuto il fiato sospeso a causa di frane che hanno messo a repentaglio uno dei simboli della cittadina
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
È uno dei simboli di Tropea e quando alcuni pezzi sono franati, a stare col fiato sospeso non sono stati solo gli abitanti della cittadina, ma il mondo intero. La Rupe e il suo santuario fanno ormai parte dell’immaginario collettivo, sono cartoline da favola che fanno il giro dei continenti e portano qui ondatre generosi di turisti impazienti di vedere il mare cristallino di Tropea le sagome naturali che si stagliano contro il cielo turchese.
Il 7 aprile, intorno alle 7 e 30 del mattino una porzione del costone dove sorge il Santuario della Madonna dell’isola a Tropea, è venuto giù con gran fragore. I testimoni riferirono di un rumore simile a quello di un’esplosione. Pochi secondi sono bastati a diffondere il gran terrore che tutto venisse giù.
Attimi di paura | Frana parte del costone della Madonna dell’isola a Tropea, ecco il momento del crollo -VIDEO ESCLUSIVO
Sognando il titolo di Patrimonio dell'Umanità
Per fortuna nessuno si trovava sotto la Rupe al momento della frana, ma la preoccupazione che possa avvenire il peggio c’è, e serpeggia paura anche tra gli operatori turistici. Il sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, racconta quel giorno difficile. «Mi trovavo in Giappone quando ho cominciato a ricevere sul mio telefono le foto del crollo – racconta durante l’intervista rilasciata a Pasquale Motta per “Dentro la Notizia” -. Non mi aspettavo accadesse qualcosa del genere, ma non abbiamo perso tempo e siamo andati spediti alla soluzione del problema». Macrì, che ha come obiettivo ambizioso quello di far guadagnare a Tropea il titolo di Patrimonio dell’Umanità, parla degli interventi di consolidamento che nel corso dell’ultimo decennio hanno interessato la Rupe sia nella parte del Corallone che del Santuario che tanto ha affascinato anche i produttori Marvel che l’hanno voluta inserire in uno dei loro blockbuster.
«Insieme a Protezione civile, Regione e agli altri enti coinvolti, abbiamo affrontato subito la problematica, dando corso a interventi per la messa in sicurezza».
Il geologo Carlo Tansi, in collegamento, spiega come la natura stessa della formazione rocciosa, porti a un naturale processo di sgretolamento della stessa. «Parliamo rocce costituite da gusci di corallo e fossili marini – spiega – che quando si disfano creano quelle meravigliose e soffici spiagge caraibiche, caratterizzate dal classico colore bianco. Basta solo sfiorare le rocce con le dita perché queste si sfaldino. Il mare, col suo moto continuo, persiste a sfregare il fianco della Rupe e il rischio è che possa cedere anche quel diaframma sottile che porterebbe al crollo a monte. L’unica strada percorribile è quella di circoscrivere la zona a rischio, molto velocemente. Di certo – ha aggiunto – il sindaco avrà adottato tutti gli accorgimenti adeguati, ma ricordiamo che le cose vanno sistemate prima che sopraggiunga l’inverno perché anche le piogge rendono le rocce ancora più vulnerabili».
Rupe fragile | Crollo all’Isola di Tropea, il sindaco: «La natura ha anticipato intervento già programmato»
Tra la gente, che già sta affollando le stradine di Tropea, si percepisce preoccupazione mista a speranza. «La salvaguardia ambientale dovrebbe essere considerata una priorità – dice un passante – ma quasi mai viene considerata tale». «Siamo in buone mani» conclude un altro riferendosi all’operato dell’amministrazione tropeana.
L'appello degli albergatori a Occhiuto
Intanto Massimo Vasinton, presidente Associazione Albergatori Tropea, fa il punto sui flussi turistici a Tropea. «I dati relativi alle prenotazioni sono molto positivi – dice –. Aprile maggio sono stati mesi contrassegnati dal maltempo ma essendo noi una meta turistica internazionale, abbiamo finestre di prenotazioni, soprattutto da parte di turisti americani, che vanno dai 90 ai 120 giorni, quindi non ne abbiamo risentito». Vasinton si è poi rivolto direttamente al governatore Occhiuto. «Così come è intervenuto tempestivamente subito dopo il crollo della Rupe, chiediamo come operatori del settore, che preveda un piano per contrastare l’erosione costiera che rischia di compromettere non solo la bellezza del luogo ma il lavoro di tanti imprenditori».