Continua a spopolare la serie televisiva cult Mare fuori ambientata in un carcere minorile napoletano e basata sulle vicende rieducative di giovani reclusi provenienti in gran parte da famiglie camorriste.

«Noi già nel 1977 abbiamo precorso le tematiche che oggi sono focalizzate in Tv». A parlare è don Giacomo Panizza, il sacerdote bresciano anti-ndrangheta (epiteto affibbiatogli ma da lui contestato «è la 'ndrangheta ad essere anti-me») che da quasi 50 anni vive ed opera in Calabria, presiedendo la comunità Progetto Sud da lui stesso creata a Lamezia Terme.

«Con i nostri disabili siamo riusciti a tirare fuori dal Minorile di Catanzaro 8 ragazzi - dice don Giacomo - perché il giudice Daga si accorse come noi che l'educazione la davano più i figli dei boss che gli stessi educatori, dandoci fiducia. Le tematiche che si affrontano oggi nelle serie Tv di maggiore successo noi le abbiamo affrontate e sperimentate quasi 50 anni fa con un gruppo di disabili, quelli a cui la gente diceva "poverini", dando dignità a queste persone che facevano del bene agli altri; e speranza a quei ragazzi che non volevano proseguire sulla strada del crimine».

«Oggi - conclude don Panizza - ci sono 23 gruppi del genere in tutta la Calabria».