Al Rendano di Cosenza la giornata della riabilitazione psichiatrica riporta al centro del dibattito le problematiche dei centri di cura territoriali e del valore delle sinergie con le famiglie e il mondo dell’associazionismo
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Abbattere il pregiudizio e offrire una opportunità ai soggetti fragili, riconoscendone il valore in quanto persone e favorendone la loro piena integrazione nella società. Chiaro il messaggio lanciato dal Teatro Rendano nella prima giornata della riabilitazione psichiatrica promossa dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’Azienda Sanitaria di Cosenza diretto da Marianna Ardillo, con il patrocinio della cooperativa sociale Crisalide e la partecipazione dei centri diurni e delle altre strutture di sostegno e di assistenza del territorio provinciale.
L’arte come terapia
Rinascere insieme: voci di speranza e inclusione il titolo dell’appuntamento, articolato in una serie di performance artistiche realizzate con il pieno coinvolgimento dei pazienti. Sul palco anche il prestigioso spettacolo La vita per noi ideato dalla psicoterapeuta Caterina Calomino, allestito dagli ospiti dal Centro Salute Mentale di Montalto Uffugo, premiato dalla Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi. Cosenza, Castrovillari, Acri, Rogliano, Rende e San Giovanni in Fiore gli altri Csm coinvolti, insieme al centro diurno gestito dalla cooperativa La Ghironda. La serata è stata presentata da Carlo Catucci e Roberta Rende.
Superare lo stigma della malattia
«Il superamento dello stigma legato alla malattia mentale, deve riguardare non solo gli operatori sanitari e le istituzioni, ma anche la comunità in generale» il messaggio dell'Arcivescovo Giovanni Checchinato, presente alla manifestazione insieme alla presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Calabria Anna De Gaio, al direttore sanitario dell'Asp di Cosenza Martino Rizzo, alla direttrice del dipartimento di salute mentale di Cosenza, a Nicoletta Grandinetti presidente dell'Associazione Famiglie di utenti psichiatrici La Rosa di Gerico. Erano inoltre in platea numerosi sindaci ed amministratori dei comuni della provincia bruzia.
L’importanza di fare rete
Nelle pieghe dell'iniziativa il valore della rete sinergica costruita dal servizio sanitario con le associazioni di volontariato per dare alle famiglie una risposta il più possibile puntuale ed efficace, nonostante la carenza del personale specialistico ed un allargamento drammatico delle aree del disagio. Carenza confermata a margine dell'iniziativa, da Luigina Volpentesta, presidente della sezione Calabria della Società Italiana di riabilitazione psichiatrica. «Ma non abbandoniamo l'impegno di dare risposte il più avanzate possibili ai bisogni dei pazienti – ha affermato al nostro network - La terapia farmacologica deve essere adeguatamente affiancata da un percorso riabilitativo di inclusione, di accompagnamento alla riscoperta di parti dell'individuo da valorizzare, di integrazione attraverso un'abitazione ed un lavoro».
Meno fondi, più bisogni
«Negli anni - ha poi denunciato Luigina Volpentesta – sono diminuiti i fondi. Dal cinque per cento delle risorse destinate alla sanità siamo passati al tre percento e neppure queste somme sono interamente erogate. Nel contempo sono aumentati gli utenti con le grandi emergenze dei giovani e degli anziani». Il processo sembra irreversibile: «I giovani perché in questa società trovano poco spazio, poche risposte, mentre sempre più famiglie si disgregano. Per lo stesso motivo anche gli anziani rimangono sempre più soli in paesi sempre più deserti. Lo spopolamento porta alla riduzione dei rapporti umani, viene meno il modello tipico dei nostri borghi, quello della piazza dove ritrovarsi e la solitudine fa aumentare l'ansia, la depressione e i deficit cognitivi».