All'iniziativa pubblica organizzata dai dem per il 13 ottobre prenderanno parte i primi cittadini del capoluogo bruzio, di Catanzaro e Crotone. Bevacqua: «Serve risposta decisa e forte contro le decisioni del centrodestra»
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Il gruppo del Pd in Consiglio regionale ribadisce il proprio no al «dimensionamento scolastico per come elaborato dal decreto del governo nazionale e accettato supinamente da quello regionale». Per tale motivo i dem daranno vita una iniziativa pubblica che si terrà a Cosenza venerdì 13 ottobre, a partire dalle ore 17:30. Vi prenderanno parte i sindaci di Cosenza, Catanzaro e Crotone - Franz Caruso, Nicola Fiorita e Vincenzo Voce - e molti primi cittadini dei Comuni della Calabria, oltre agli esponenti dei sindacati del comparto e degli operatori scolastici. Lo annuncia lo stesso gruppo del Pd in una nota.
I lavori saranno coordinati e moderati dal capogruppo Mimmo Bevacqua. Il vicepresidente di minoranza del Consiglio Franco Iacucci introdurrà il dibattito che si avvarrà della relazione del dirigente scolastico e consigliere delegato all’Istruzione del Comune di Cosenza Aldo Trecroci. Le conclusioni, invece, saranno affidate al senatore e segretario regionale del Pd Nicola Irto.
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«Nell’attesa che il Tar e la Corte Costituzionale si pronuncino sui ricorsi spinti dalle altre Regioni italiane contro il dimensionamento – spiega il capogruppo Bevacqua – il gruppo del Pd, di concerto con il partito regionale e nazionale, ribadisce il proprio deciso no a questo dimensionamento che cancella storie, identità e territori. Non è più accettabile l’inerzia con la quale la Regione Calabria sta affrontando il problema nonostante altri presidenti di Regione abbiano adito le vie legali per tutelare il diritto allo studio. La Calabria, invece, ha anche votato a favore di questo provvedimento, che di fatto mortifica il diritto allo studio delle aree più svantaggiate, durante la riunione della Conferenza Unificata dello scorso maggio in cui Emilia Abruzzo, Campania, Puglia, Sardegna, Toscana, Upi e Anci, le associazioni dei Comuni e delle Province italiane avevano invece votato contro. Neanche il rischio di potere perdere 79 autonomie e centinaia di posti di lavoro ha provocato una reazione della giunta di centrodestra che rimane supina ai voleri di Giorgia Meloni e del suo esecutivo. Serve dunque una risposta decisa e forte da parte della politica, delle associazioni, dei sindacati, degli operatori e dei cittadini per bloccare un provvedimento dannoso e che va a colpire soprattutto il Sud, le Regioni più deboli e i territori più isolati che perderanno anche la scuola spesso unico presidio di legalità e punto di riferimento per i giovani del luogo».