Il presidente della provincia di Cosenza, Graziano Di Natale, ha scritto una lettera indirizzata all’Assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Roberto Musmanno, rappresentando i disagi lamentati - e soprattutto patiti - da quei lavoratori della fascia tirrenica che terminano il proprio turno di lavoro a Cosenza dopo le ore 20:00, i quali sono costretti ad attendere ben due ore in stazione per rientrare a casa.

 

«Avverto l’obbligo morale e politico di farmi carico delle difficoltà incontrate da tanti cittadini del Tirreno, che raggiungono quotidianamente Cosenza per motivi di lavoro, ma che alla fine della propria giornata non hanno la possibilità di raggiungere velocemente le proprie famiglie»: così esordisce in apertura della missiva il Presidente della Provincia, descrivendo il disagio di chi si deve spostare da Cosenza verso Paola dopo le ore 20:00, a causa di un buco di ben due ore nella fascia oraria tra le 20:02 e le 21:59 che penalizza i lavoratori e l’intera comunità del Tirreno cosentino.

 

Nella nota inviata all’assessore regionale ai Trasporti, Di Natale osserva difatti che, dopo le ore 20:00, la Città di Paola e l’intera fascia tirrenica non sono raggiungibili da Cosenza, proprio perché manca un treno tra le 20:02 e le 21:59. L’introduzione di un nuovo treno Cosenza/Paola nell’intervallo orario suddetto, secondo il Presidente della Provincia consentirebbe invece, a chi termina il proprio turno di lavoro dopo le ore 20:00, di non attendere ben due ore in stazione per rientrare a casa.

 

Il Presidente Di Natale conclude dicendosi «certo che l’obiettivo primario del Suo Assessorato sia di garantire un sistema di offerta del trasporto ferroviario rispondente alle esigenze di mobilità delle persone. In quest’ottica, consapevole altresì dell’interesse prioritario che la Regione Calabria ha assunto rispetto ai problemi dei pendolari, Le chiedo l’introduzione di un nuovo treno per la tratta ferroviaria Cosenza/Paola fra le ore 21:00/21:15, proprio al fine di venire incontro alle esigenze dei lavoratori della fascia tirrenica».