«Buttiamo a mare l’Autonomia differenziata. E iniziamo a pensare a un nuovo Piano per il Sud». Nicola Fiorita, sindaco del capoluogo di regione, “provoca” il senatore Ernesto Rapani di Fratelli d’Italia in diretta tv, a Dentro la Notizia. E la sua proposta trova anche sponda. Ma l’esponente del partito che governa con gli alleati il Paese rivendica già provvedimenti a vantaggio del Meridione. E dunque? Dunque, nei fatti, le posizioni restano assai distanti tra i mondi che in queste ore si interrogano sugli effetti del Disegno di legge di iniziativa legislativa approvato dal Senato la scorsa settimana.

Secondo la sinistra e il mondo civico collegato ai partiti progressisti il provvedimento spaccherà il Paese, destinato a viaggiare a due velocità: il Nord sempre più ricco, con risorse aggiuntive e servizi nei settori chiave (Sanità, istruzione, trasporti), il Sud sempre più povero e isolato e destinato a svuotarsi così come denuncia lo Svimez: nel 2080, otto milioni di cittadini lasceranno il Mezzogiorno. E allora il dibattito si intreccia sulle rivendicazioni dell’una e dell’altra parte politica. In studio Pier Paolo Cambareri e, inviata sul posto, Rossella Galati: al centro della “contesa politica” i due rappresentanti istituzionali che, nonostante le aperture e le cortesie reciproche, non si schiodano delle proprie posizioni.

Per Fiorita l’Autonomia differenziata resta una scelta politica scellerata, per Rapani - che l’ha votata - l’esatto contrario: partirà se e solo se verranno definiti e finanziati i Lep, cioè i livelli essenziali delle prestazioni da garantire in via uniforme in tutto il Paese? Tutto chiarito? No, perché secondo il primo cittadino di Catanzaro la partenza per le regioni del Sud avverrà con un distacco enorme rispetto al Nord, il distacco dei giorni nostri al momento non colmabile.

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E i cittadini? Molti sono contrari, tanti non sanno neanche cosa sia, qualcuno è favorevole. Un sì legato a una esigenza: costringere la classe dirigente meridionale a rimboccarsi le maniche e a lavorare più e meglio di quanto fatto sino ad oggi. Un guanto di sfida che, tuttavia, resta una incognita che verrà comunque risolta nei prossimi mesi. Il provvedimento dovrà ora passare al vaglio della Camera dei deputati. E gli emendamenti del caso potranno mitigarne gli effetti in un senso o nell’altro. Poi, passeranno altri 24 mesi prima che il provvedimento (definiti i Lep) entri nel vivo. Un tempo lunghissimo, in politica; talmente lungo che non sembra possibile, oggi, fare ulteriori previsioni. Intanto resta la contrapposizione: Fiorita e decine di sindaci proseguiranno la propria battaglia per sbarrare il passo, Rapani e il centrodestra proseguiranno sulla strada tracciata. Nel frattempo la discussione resta accesa…

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