Mesoraca definito un «borgo selvaggio» in un approfondimento sulla figura di Luigi Li Gotti, avvocato ed ex parlamentare che ha denunciato la premier Meloni per il caso Almasri dando il via alle indagini della Procura di Roma e a tutto il caos politico seguito.

L’articolo è apparso su Il Giornale, quotidiano vicino al centrodestra che si è cimentato in un racconto dei legami tra Li Gotti e lo Stato profondo, «una rete di apparati, di amicizie, di interessi comuni, di incarichi, che dà la spiegazione di molte carriere. Come quella di Li Gotti, che da un borgo selvaggio come Mesoraca, perso tra i monti della Sila, arriva alla ribalta parlamentare, e ora a mettere a segno il primo colpo giudiziario contro il governo di centrodestra».

Pezzo non proprio benevolo nei confronti l’ex deputato, descritto come un professionista in contatto con i Servizi.

Il passaggio sul «borgo selvaggio» non è piaciuto al sindaco di Mesoraca Annibale Parise, che ha preso tastiera e carta intestata del Comune per scrivere al Giornale che quella descrizione «non solo è profondamente errata, ma anche ingiustificata e offensiva per tutta la comunità».

«Mesoraca – continua – non è solo un luogo di rara bellezza, ma anche un paese vitale con una storia millenaria, le cui radici affondano nella Magna Grecia e dove tradizioni, cultura e spirito di comunità sono vivi e prosperano. Invitiamo inoltre chi ha scritto l'articolo a consultare il collega Vittorio Macioce, che abbiamo avuto l'onore di ospitare nel nostro comune durante la rassegna letteraria "Mesoraca in Festival": sarebbe più che utile per chiarire quanto il nostro borgo sia vivo e dinamico, lontano da una definizione che non rende giustizia alla nostra realtà».

Di «selvaggio» a Mesoraca c’è solo «la nostra natura: verde, incontaminata e, proprio per questa sua bellezza, oggetto di crescente interesse da parte di numerosi turisti. Le parole utilizzate nell'articolo denigrano un intero paese, facendo un uso scorretto e superficiale di un concetto che non rispecchia minimamente la realtà».

Difesa accorata, quella del sindaco, come capita ogni volta in cui sulla stampa nazionale si parla di Calabria (e non solo di Calabria) con troppa leggerezza, magari per dare un tocco di folclore. Parise riflette su quanto quella leggerezza possa nuocere alla reputazione di intere aree del territorio e “abbraccia” virtualmente i suoi concittadini: «I nostri abitanti sono persone orgogliose delle proprie radici, che con impegno e dedizione lavorano ogni giorno per migliorare la qualità della vita e il benessere della nostra terra. Invece di perpetuare stereotipi e immagini distorte, sarebbe più corretto e costruttivo raccontare la verità su un paese che, pur tra mille difficoltà, sta cercando di crescere, valorizzando il proprio patrimonio e affrontando con determinazione le sfide del futuro. Mi auguro che la redazione possa fare un passo indietro e riflettere sull'impatto che simili parole possono avere sulla reputazione di un'intera comunità, che merita rispetto e attenzione per ciò che è realmente».