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Man Behind Bars
VIBO VALENTIA - Magari è troppo presto per definirla un’inversione di tendenza, di sicuro però, sul fronte del sovraffollamento delle carceri, la Calabria ha segnato un netto miglioramento rispetto alla fase emergenziale degli scorsi anni. Il dato, emerso da uno studio di Demoskopika, fa riferimento ai primi sei mesi del 2014. In questo lasso di tempo, il sistema penitenziario calabrese avrebbe registrato addirittura un valore negativo del tasso di sovraffollamento pari all’1,4%. In altre parole, le carceri calabresi avrebbero ospitato meno detenuti rispetto alla reale capacità di accoglienza. Un dato comune solo ad altre tre regioni italiane. Una tendenza già anticipata nel 2013, anno in cui, secondo Demoskopika, il 70% degli istituti di pena calabresi, hanno ospitato una maggior quantità di detenuti maggiore rispetto alla capienza, ma con numeri sostenibili rispetto al passato. Su una popolazione carceraria complessiva di 2.653 detenuti, a fronte di una capienza di 2.500 posti, i detenuti ospitati in più sono stati 172, con un tasso di sovraffollamento di 6,9 punti percentuali.
Le criticità del sistema: Ma vediamo, nel dettaglio, la mappa delle criticità, poiché il sistema carcerario regionale è una realtà disomogenea e in continuo mutamento. Gli istituti in sovraffollamento sono nove su tredici. La situazione più critica è quella del carcere “Panzera” di Reggio Calabria, che ospita 109 detenuti in più, con un tasso di sovraffollamento del 73,2%. Seguono gli istituti penitenziari di Paola, Lamezia Terme e Palmi. Ad ospitare meno detenuti di quanti ne potrebbero accogliere i penitenziari di Crotone, Reggio Calabria "Arghillà" e Laureana di Borrello.