In casa sua a Pittsburgh fino all’età di sei anni si parlava dialetto calabrese, poi «a scuola ho imparato l’americano». Il bilinguismo di Katharina è la spia tenace di una Calabria incapace di abbandonare le proprie radici. Dopo una vita trascorsa negli Stati Uniti, a 50 anni decide di far visita al paese di origine dei suoi genitori: «Dopo quella prima volta qui è cambiata tutta la mia vita. Il paese e le persone che lo abitano hanno cambiato tutto. Ho iniziato a tornare più spesso» racconta in un dialetto misto all'americano passeggiando nelle viuzze del centro storico di Miglierina, comune di 700 abitanti, mentre fa da guida all’ultimo gruppo di americani in visita al borgo.

Dagli Stati Uniti a Miglierina

Da terra di partenze è diventata meta di turismo sostenibile e a misura d’uomo. Le vie strette, gli scorci sul mar Ionio e la piazza, luogo di incontro e di ritrovo. Dagli Stati Uniti a Miglierina il passo è diventato breve, tre anni sono stati sufficienti per costruire una meta turistica che ha trovato il suo punto di raccordo in Katharina, imprenditrice della ristorazione a Pittsburgh e ora organizzatrice di viaggi in Calabria: «Quando venivo in visita facevo foto, video e al mio ritorno negli Stati Uniti - racconta - tutti mi chiedevano di poter venire qua».

Turismo esperienziale

È così che nel 2019 inizia ad organizzare i primi due viaggi, uno in estate e uno nel periodo natalizio, grazie alla collaborazione nel frattempo stretta con il sindaco del Comune di Miglierina, Pietro Hiram, impegnato in un progetto di recupero del centro storico del borgo: «Tutto ha avuto inizio nel 2005 con una analisi di quelle che potevano essere le possibilità di sviluppo del paese. Abbiamo commissionato uno studio – specifica ancora il primo cittadino - ad esperti di livello universitario e abbiamo deciso di puntare sulla riqualificazione del borgo ai fini del turismo esperienziale, una fetta di turismo che ben si adatta al nostro territorio, fatta da piccoli numeri e persone disponibili a spostarsi in un piccolo borgo e a vivere qualcosa di diverso».

Ogni casa, una storia

Grazie ad un finanziamento per il recupero del centro storico vengono così ristrutturare 11 vecchie abitazioni, trasformate oggi in un albergo diffuso: «Ogni casa porta il nome di chi le abitava intorno agli anni ‘50 e ‘60 e dal punto di vista architettonico urbano hanno lo stesso colore così da essere facilmente individuabili. Anche l’arredamento interno è recuperato rispetto a quello originariamente presente in questa casa – spiega il sindaco -. La testata del letto, l’armadio sono stati realizzati da un artigiano calabrese a partire dal legname trovato nelle case stesse».

La tranquillità del borgo

Le case abbandonate per l’effetto dell’emigrazione tornano oggi a nuova vita. Dopo una piccola parentesi di stop imposto dalla pandemia nel 2020, i viaggi sono ripresi nel 2021 e di nuovo quest’anno con l’arrivo di quattro gruppi organizzati: «Stiamo già lavorando a migliorare i servizi e ad aumentare la capacità ricettiva» aggiunge il sindaco. Gli americani amano trascorrere le vacanze nel piccolo borgo e ci tornano spesso in estate e anche in inverno: «Li porto a Tropea, Scilla, Crotone – racconta Katharina -, in tutti i luoghi più incantevoli della Calabria ma gli americani preferiscono stare a Miglierina: a dormire, a vivere e a stare a contatto con le persone perché gli piace la tranquillità».