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“La mia vocazione nasce ai piedi di Gesù Eucaristia. Giorno dopo giorno davanti a Lui inizio ad avvertire il desiderio di dare un senso diverso alla mia vita”.
Ernesto Piraino, oggi 38enne, è sacerdote di Dio. Dopo quasi 18 anni nella Polizia di Stato comprende che il Signore lo chiama ad altro.
La nuova vita è cominciata ufficialmente l’undici febbraio, in un Duomo affollatissimo di parenti, amici, colleghi. L’arcivescovo di San Marco Argentano-Scalea, Monsignore Leonardo Bonanno, lo ha nominato vicario parrocchiale nella chiesa San Pietro Apostolo di Roggiano Gravina. Per don Ernesto raccontarsi «ex» significa testimoniare come la vocazione possa passare per strade tortuose e sconosciute.
“La mia consacrazione al sacerdozio è la testimonianza che nulla bisogna dare per scontato nella vita. Il Signore non si stanca mai di chiamare perché desidera la piena realizzazione per tutti i Suoi figli!”, afferma don Piraino. Non c’è età. La vita di ciascuno può essere stravolta da un momento all’altro.
Ernesto aveva una vita ‘piena e realizzata’. Era fidanzato. I suoi anni trascorrevano tra ricche soddisfazioni professionali. Era un ragazzo come tanti. Pieno di vita e sogni nel cassetto. Un giovane con le idee chiare. Sapeva quel che voleva. Gli anni della sua giovinezza li ha trascorsi a San Marco Argentano. Dopo il conseguimento della maturità classica lascia il suo paese natio e si trasferisce in Germania, dove vive un’esperienza lavorativa. Nel 1999 supera il concorso da Agente della Polizia di Stato. La professione lo condurrà in diverse città d’Italia e lo accompagnerà per gran parte della sua esistenza. Nulla lasciava presagire quel che sarebbe accaduto a distanza di anni.
È nel 2006 che inizia la «chiamata». Nella parrocchia Maria Immacolata di Scilla, Ernesto svolge il compito di educatore del settore giovanissimi. Nel mese di novembre di quell’anno nella realtà parrocchiale è iniziata l’Adorazione Eucaristica Perpetua. La preghiera costante dinnanzi a Gesù Eucarestia ha fatto maturare in lui il desiderio al sacerdozio.
Nel 2010, la decisione. Nella cappella del seminario a Messina, dove di tanto in tanto si recava per preparare alcune materie con dei colleghi di facoltà, “il Signore parlò in maniera del tutto speciale al mio cuore, infondendomi la certezza che non avrei più potuto fare a meno di Lui e del Suo infinito amore”.
Ernesto non ha lasciato la questura. Ha continuato a lavorare fino al 2015. Nel 2011 ha vinto il concorso per Sovrintendente e nel 2016 quello per Ispettore. Poi ha preso un anno di aspettativa e il 31 dicembre 2016 si è licenziato dalla polizia. Del suo intenso passato non rinnega nulla. “Se mi fossi consacrato al sacerdozio sin da piccolo non avrei le conoscenze che ho adesso”.
Alla domanda sugli anni da «sbirro», don Ernesto afferma: “Ho visto tante cose, ora si tratta di imparare a guardare le persone con uno sguardo diverso. La voglia di cambiare le cose in me c’era già, ma era uno sguardo laico”.
Nel giorno dell'ordinazione le lacrime di commozione della mamma hanno reso evidente il sentimento di amore e dedizione che ha sempre sostenuto i suoi percorsi formativi. Oggi don Ernesto è gioioso e pronto a vivere questa nuova avventura. Al mondo, soprattutto ai giovani, vuole estendere il suo invito. “Non abbiate paura di aprire la propria vita al Signore. Egli desidera soltanto il nostro bene e la nostra felicità! E' bello essere preti, e oggi posso finalmente gridarlo al mondo con cuore grato e colmo di gioia!”.
Rosaria Giovannone