Realizzato tra il 1916 e il 1927, l'Ampollino è stato il primo lago artificiale a vedere la luce tra i monti della Sila. Archiviata la lunga fase di monopolio, si è passati a un regime di privatizzazione sotto la gestione della società A2a, partecipata da Regione Lombardia e Provincia di Brescia.

Nonostante i suoi 130 milioni di metri cubi d'acqua (il bacino è alimentato anche dal lago Arvo), l'Ampollino non è più adeguato a soddisfare la domanda idro-elettrica della popolazione della provincia di Crotone e delle aziende del territorio. Anche quest'estate, come purtroppo già successo negli anni passati, ci si avvicina alla stagione estiva con angoscia e preoccupazione. A dare voce ai timori degli amministratori e degli imprenditori agricoli del crotonese è stata la puntata odierna di Dentro la Notizia, in diretta da Crotonei.

Il giornalista Pasquale Motta ha stigmatizzato l'atteggiamento della società lombarda, rea di aver svuotato il bacino per soddisfare esclusivamente i propri profitti. Più diplomatico il presidente del Consorzio ionio-crotonese Roberto Torchia il quale, pur ammettendo che A2a non sta certo violando la legge, ha però auspicato una maggiore attenzione per le esigenze del territorio.

«Lo scorso mese di novembre - ha ricordato Torchia - abbiamo vissuto una pesante crisi idrica che ci ha spinto a interessare dell'emergenza la Provincia di Crotone e la Regione Calabria. In quell'occasione, siamo riusciti a scongiurare il peggio solo grazie all'autorizzazione che ci è stata concessa di invasare il lago di Sant'Anna (che si trova sul confine tra Cutro e Isola Capo Rizzuto), portandolo fino a dodici milioni di metri cubi».

La concessione affidata alla società A2a - è stato spiegato nel corso della trasmissione - scadrà nel 2029. «Mancano ancora sei anni e sono davvero troppi per rimanere ad aspettare senza fare niente - ha dichiarato il presidente Torchia - da parte mia suggerisco un atteggiamento di buon senso da parte di chi riveste ruoli di responsabilità».

Ma quali sono le soluzioni possibili? Il numero uno del Consorzio di bonifica ionio-crotonese non ha dubbi: «L'acqua deve essere conservata e il rilascio da parte di A2a va deciso in base alle esigenze idro-elettriche della popolazione residente e delle aziende locali. Quella di Crotone è una provincia basata essenzialmente sull'agricoltura e non siamo intenzionati a chiedere l'elemosina per salvaguardare le nostre colture. É arrivato il momento che la Regione Calabria faccia valere di più la propria forza contrattuale. Per quanto ci riguarda, proponiamo un monitoraggio costante della dotazione d'acqua del bacino artificiale, in modo da scongiurare, come già avvenuto in passato, brutte sorprese. La scorsa estate, alcune strutture ricettive sono state costrette a chiudere per mancanza d'acqua, mandando a casa i turisti. Questo non deve più succedere».

Il giornalista Pasquale Motta ha inoltre proposto la testimonianza diretta di alcuni imprenditori agricoli del crotonese, le cui aziende dipendono in tutto e per tutto dal lago Ampollino. Antonio Tambaro, prima di arrivare in trasmissione, aveva trascorso la mattinata nei campi per mettere a dimora le piantine di angurie: «Il lago silano è fonte di vita. Dobbiamo essere messi nelle condizioni di fare il nostro lavoro, l'anno passato ho perso quasi l'ottanta per cento delle coltivazione a causa della mancanza d'acqua per irrigare. Non possiamo più andare avanti in questa situazione di incertezza».

Dello stesso tenore l'intervento di Aquilino Galdi, la cui azienda agricola è specializzata nella coltivazione di mais ed erba medica: «Se non ci permetteranno di programmare il nostro lavoro, saremo costretti a chiudere le nostre aziende».

Le conclusioni della puntata sono state affidate al presidente del Consorzio ionio-crotonese: «Se l'acqua non ci fosse - ha commentato Roberto Torchia - ce ne faremmo sicuramente una ragione, ma il fatto che manchi a causa di una cattiva gestione non lo possiamo accettare».