Dopo il sit-in di protesta e le interlocuzioni in Prefettura, la vicenda della chiusura del Castello Carlo V di Crotone approda in Procura. Sulla mancata riapertura del monumento, che ospita la biblioteca comunale e il museo civico, è stato presentato un esposto, firmato da Teodolinda Monte, Vincenzo Fabiani, Filippo Sestito, Raffaele Riganello, Antonio Tata, Vincenzo Medici e Francesca Pesce, componenti del Comitato Antica Kroton, anche se l’iniziativa – tengono a precisare – è stata promossa in qualità di semplici cittadini.

Castello chiuso da tre anni

Il Castello Carlo V è stato chiuso al pubblico nell’aprile 2018, con ordinanza dell’allora sindaco di Crotone, Ugo Pugliese, a seguito del rinvenimento di materiale contenente Tenorm in alcune aree, responsabile di valori anomali di radioattività ambientale, evidenziati a seguito alcune indagini radiometriche. In attesa degli interventi di bonifica, «le successive rilevazioni ed indagini eseguite, tuttavia, hanno accertato che – spiegano i firmatari dell’esposto - la sede della biblioteca e del museo civico, come altri parti del Castello, non fossero contaminate ma nonostante queste comunicazioni, la commissione tecnica istituita presso la Prefettura non ha proceduto a delimitare l’area interessata dal rischio di contaminazione, né il sindaco e il commissario prefettizio hanno ritenuto di revocare l’ordinanza e di interessare la commissione tecnica per i provvedimenti conseguenti».

La parziale apertura

Nei mesi scorsi, il Comitato Antica Kroton ha più volte sollecitato la parziale riapertura, ma attualmente, il Castello resta chiuso per cittadini e turisti: «La Prefettura ha comunicato di aver svolto un incontro con alcuni soggetti della commissione da cui è emersa l’opportunità di un nuovo sopralluogo con la nomina di un esperto da parte del Comune di Crotone per poi stabilire il da farsi».

I tempi, dunque, si allungano, mentre «i diritti dei cittadini continuano a restare inaccessibili e la dimensione culturale del nostro territorio sempre più mortificata». Uno stallo, insomma, che i promotori dell’iniziativa hanno deciso di portare sul tavolo dei magistrati crotonesi.