A parlare è l'ultima discendente del celebre filosofo naturalista, che definisce «inadeguato» il comportamento tenuto dal Comune con lo spostamento dalla Casa delle Culture: «Ho dovuto apprendere quello che è accaduto da un amico»
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«Posso dire che il comune di Cosenza ha avuto un atteggiamento inadeguato, ecco. Io sono sempre reperibile anche telefonicamente e invece ho dovuto apprendere quello che è accaduto da un amico. Assurdo». A parlare è Irene Telesio, l’ultima discendente del celebre filosofo naturalista, figura simbolo della città di Cosenza. È amareggiata, molto, per quello che è accaduto alla “collezione Telesio”, fino a qualche tempo fa esposta alla Casa delle Culture e adesso spostata senza la sua autorizzazione altrove.
Si tratta di una collezione di abiti d’epoca, databili nella seconda metà dell’Ottocento, di una raccolta fotografica (da scatti “fin de siècle” a quelli di moda e urbani), di corredi e tessuti antichi, manufatti della cultura agropastorale, giocattoli, maioliche, ex voto, testimonianze materiali locali tra artigianato, arti decorative e creatività artistica. Faceva parte della collezione anche una preziosissima raccolta di bozzetti di Enrico Salfi, studi iconografici sulla volta del teatro Rendano. La donazione fu posta alla base del neo museo etnografico della città. Tutta la collezione, ora, è stata rimossa dalla Casa delle Culture, pare, senza alcuna lasciapassare da parte dei donatori, a dispetto di quanto sancito nero su bianco dodici anni fa.
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