L'interrogazione parlamentare l’hanno presentata i deputati Costantino e Fratoianni , rivolta ai ministri dei beni culturali e dell'interno. «Premesso che agli inizi di marzo del 2017 – si legge testualmente nel documento - l'amministrazione comunale di Cosenza, senza alcuna autorizzazione scritta da parte della Soprintendenza, ha proceduto all'abbattimento degli edifici siti nel centro storico compresi tra via Bombini, via Gaeta e corso Telesio e, per sovrapprezzo, anche di quelli siti in altre aree che non aveva potuto abbattere nel 2014 a causa di veto opposto dall'allora soprintendente Garella e che gli edifici abbattuti oltre ad essere tutelati, come tutti quelli ricadenti nei centri storici, dal vincolo paesaggistico erano di particolare interesse storico ed architettonico perché comparivano già nel catasto murattiano» i parlamentari interroganti chiedono di sapere se nei confronti dell’amministrazione comunale di Palazzo dei Bruzi, colpevole di aver abbattuto palazzi storici «senza preventiva autorizzazione paesaggistica, siano state assunte o si intendano assumere tutte le iniziative di competenza per la tutela del patrimonio sito nel centro storico di Cosenza».

 

La vicenda è quella dell’abbattimento di alcuni palazzi posti all’ingresso di Corso Telesio. Anzi, presunti abbattimenti perché l’assessore ai lavori pubblici, Francesco Caruso, ha precisato che «gli interventi effettuati non riguardano alcuna demolizione di edifici o luoghi di pregio ma la messa in sicurezza di un lungo perimetro a tratti pericolante proprio perché nei decenni non si è investito sulla sicurezza delle città antiche. Cosenza, che vanta un centro storico tra i più belli d'Italia – scrive Caruso - ha vissuto la contraddizione della nascita di una città parallela che ha messo ai margini la sua parte più bella. Questo ha determinato incuria e disinvestimento da parte dei privati e tanti edifici sono crollati. Lo è il palazzo di cui parlano i deputati di Sel, che non è stato mai abbattuto.

 

Lo sono altri edifici ancora, quasi tutti di modesto lignaggio, che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini. Per questo abbiamo emanato ordinanza per la messa in sicurezza di questi immobili, attivando procedure in danno dei proprietari. Ci sono edifici che non possono essere messi in sicurezza, perché sono molto compromessi da un punto di vista strutturale, se non con la demolizione. Operazioni di demolizione e ricostruzione, seppur possibili, sarebbero un falso storico.

 

Molte sono state le richieste di cittadini che si sentivano a rischio in quelle situazioni. E molte, da 5 anni, sono state le richieste del Sindaco al Governo centrale, reiterate più volte, affinché approvasse una norma che consentisse di poter disporre di risorse adeguate per la messa in sicurezza di tutta l'area. Appelli che i governi del centrosinistra hanno sistematicamente ignorato. La tutela del patrimonio artistico e strutturale italiano – conclude Caruso - è pressoché nulla: lo si vede nel giacimento archeologico più importante del mondo, a Pompei, e in tanti altri luoghi in cui si respira la Storia».

 

Salvatore Bruno