VIDEO | Il 12 aprile 1943 i primi ordigni sganciati dagli alleati sulle rive del Crati. Il ricordo del drammatico evento che registrò 75 vittime tra cui alcuni bambini
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Cosenza Bombardata, il libro di Roberta Fortino edito da Progetto 2000, ha il merito di ricostruire con testimonianze e particolari inediti, le modalità e le conseguenze della prima drammatica incursione delle fortezze volanti americane e degli ordigni sganciati sul capoluogo bruzio il 12 aprile del 1943. Nei mesi successivi, di analoghe incursioni ne seguiranno altre otto. Il volume è arricchito da una corposa appendice antologica con fotografie e disegni dell'autrice e contiene un approfondimento sui luoghi devastati dagli esplosivi, sulle famiglie che persero i loro cari, persino sull'identità dei piloti degli aerei impegnati in quell'azione di guerra.
Il dramma dei bambini
La presentazione di Cosenza Bombardata, coordinata da Demetrio Guzzardi, ospitata all'Hotel Royal con il contributo dell'Accademia Musicale Salfi e della sezione calabrese dell'Associazione nazionale vittime civili di guerra, ha aperto ieri, 11 aprile, nel capoluogo bruzio, le celebrazioni per l'ottantesimo anniversario di quella tragica giornata in cui si conteranno 75 vittime. Anche alcuni bambini del rione Spirito Santo, alunni della scuola Carmela Borelli dove la commemorazione è proseguita a partire da questa mattina, con una mostra curata dall'Archivio di Stato, diretto da Antonio Orsino, ed un fitto programma di iniziative collaterali per conservare la memoria del conflitto e riflettere sui nuovi venti di guerra che agitano l'Europa.
Temporale fatale
Fatalmente Cosenza, ed anche Crotone e Vibo Valentia dove, sempre nella giornata del 12 aprile 1943, proseguì il lancio degli ordigni, secondo le ricostruzioni storico-documentali, non era l'obiettivo degli alleati. La squadriglia era infatti diretta a Napoli, già da qualche mese, insieme ad altri importanti centri della penisola, duramente colpita dai bombardieri. E però all'ombra del Vesuvio imperversava un violento temporale: «I militari non avevano a disposizione gli attuali strumenti tecnologici di precisione, ma sganciavano le bombe a vista. Con la visibilità compromessa non avevano modo di centrare gli obiettivi – spiega Felice Sirianni, presidente dell'Associazione Studi Storici Ferrovie Calabro-Lucane - Per questo tornarono indietro modificando i loro piani. E sorprendendo la popolazione. Più volte infatti, nelle settimane precedenti, al passaggio dei velivoli anglo-americani diretti verso nord, nel cielo cosentino, erano risuonate le sirene. Senza, per fortuna, conseguenze. Anche quella volta si pensò ad un falso allarme e nessuno cercò un riparo».
Iniziative fino a sera
Il consigliere comunale Aldo Trecroci ha portato i saluti dell'amministrazione di Palazzo dei Bruzi, il rettore della Cattedrale Don Luca Perri ha invitato alla preghiera anche per coloro che ancora oggi temono che la morte arrivi dal cielo. Hanno tra gli altri partecipato Giannino Dodaro per il Comitato spontaneo per la rinascita del centro storico, Alfredo Salzano, Romolo Cozza e Stefano Vecchione, animatori dell'iniziativa, l'ex deputato Giacomo Mancini, il dirigente dell'Istituto Comprensivo Spirito Santo Massimo Ciglio. Nel pomeriggio ulteriori iniziative culminanti alle ore 18 con una Santa Messa nella Chiesa di San Gaetano.