VIDEO| Il decreto adottato per limitare i contagi torna a paralizzare il settore del wedding
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Il Dpcm arriva come un fulmine a ciel sereno alla vigilia del suo matrimonio. Era tutto pronto: confetti, coccarde, il bouquet di fiori. L'abito bianco avvolto nella sua custodia è rimasto appeso in camera da letto.
Il 15 ottobre, Raffaella e Nicola avrebbero dovuto coronare il loro sogno d’amore che a malincuore hanno dovuto rinviare per la seconda volta. La prima data era stata fissata per il 28 marzo. «Già allora avevamo dovuto disdire chiesa, ristorante, musicisti e invitati – racconta Raffaella. Ma c'era la pandemia e abbiamo compreso il rischio».
«Ci abbiamo riprovato, ma anche la seconda volta è andata male. Sapevamo di correre il rischio, ma mancavano solo due giorni al nostro matrimonio, potevano prevedere una proroga per chi come noi doveva sposarsi il giorno successivo». Un decreto che presenta tante incongruenze: «Autobus affollati, ristoranti aperti che ospitano fino a cento persone. Come mai tutte queste restrizioni solo per le cerimonie?».
Ieri sera si sono sposati al comune. Sulle fedi era ormai incisa la data del 15. Unione civile, con meno di 30 invitati. Tanti ne prevede il Decreto del presidente del consiglio dei ministri per limitare il rischio contagio da Covid. Ma all'abito bianco e alla cerimonia religiosa la promessa sposa di Tropea non intende rinunciare.
Varcherà la chiesa al cospetto di Dio e il suo sposo sarà ad attenderla all'altare. E lo farà quando la pandemia non farà più paura. Non riesce a trattenere le lacrime. La sua amica è lì per consolarla, anche sua mamma l’abbraccia. E ci sono pure i suoceri. C’è il papà dello sposo che per partecipare alla nozze del suo adorato figlio ha rinviato un intervento chirurgico.
Avevano fatto i conti con le norme anti-Covid, mascherine e distanziamento, ma non pensavano di trovarsi di fronte a un nuovo Dpcm che sembra penalizzare solo il settore dei matrimoni. «E questo – dice Raffaella – non è giusto».