Un altro progetto, dall’alto valore sociale, messo in campo dal fotografo e documentarista Saverio Caracciolo che, questa volta, “entra in carcere”. Il giornalista del network LaC, infatti, ha proposto un ciclo di incontri con i detenuti del penitenziario di Palmi, occasione per offrire la proiezione dei suoi documentari del format LaC Storie che parlano della bella Calabria, sia religiosi che di antichi mestieri, folklore, ma anche vita quotidiana di semplici lavoratori, con l’intento di far conoscere ai detenuti le varie sfaccettature culturali ed antropologiche della regione.

Il progetto proposto dal videofotoreporter di Tropea, al quale il direttore della Casa Circondariale di Palmi, Mario Antonio Galati, ha espresso particolare interesse per le tematiche da trattare, è stato approvato dagli Uffici del dipartimento dell'amministrazione Penitenziaria ed avrà la durata di tre mesi, uno per ogni settimana.

La prima proiezione si è tenuta venerdì scorso, quando i detenuti hanno potuto apprezzare il documentario sui Carbonai di Serra San Bruno, nel Vibonese, docufilm che ha vinto vari premi in diversi Film Festival nazionali e internazionali. Nel documento è possibile apprezzare la suggestione di un antichissimo mestiere, ancora vivo in Calabria e che negli anni non ha fatto ricorso ad alcuna innovazione tecnologica: si continua a tramandare usando soltanto l’abilità manuale e il sudore di uomini che, a loro volta, l’hanno appreso da altri uomini.

Il ciclo di proiezioni sarà coordinato dai Funzionari dell'Area Giuridico-Pedagogica, dal Comandante di Reparto P.P. e dal personale di Polizia Penitenziaria.

Gli obiettivi del progetto saranno quelli di promuovere una cultura antropologica della Calabria e, al contempo, valorizzare le attività del passato, alcune in modo particolare, nella convinzione che potrebbero offrire significative occasioni di lavoro qualificato.

Rendere consapevoli i partecipanti dell’importanza di tenere in vita i mestieri tradizionali a rischio di estinzione, ma portatori di elevati gradi di professionalità e qualità dei manufatti. Sensibilizzare i partecipanti sulla tutela dei mestieri antichi, direttamente legata al rispetto delle culture locali e dell’ambiente, spesso travolti dallo sviluppo industriale.

Al termine del progetto, se da parte dei partecipanti si rileverà interesse agli argomenti che verranno, volta per volta, trattati, sarà cura dello stesso promotore, coinvolgere e guidare i detenuti interessati, affinché scrivano essi stessi una storia-sceneggiatura per realizzare un cortometraggio, di cui saranno attori protagonisti, nell’ambito di quell’impegno editoriale che il network presieduto da Domenico Maduli onora sin dalla nascita, conosciuto con il nome di CalabriaVisione.

Questa offerta di riflessioni intorno alla Calabria di ieri e di oggi, è tra gli obiettivi del progetto i cui destinatari, come sempre avviene con i progetti dall’alto valore sociale in cui si impegna Caracciolo, diventeranno protagonisti, interagendo con lui anche intorno a quegli aneddoti che spesso spiegano il perché di una scelta tecnica anziché un’altra.

Caracciolo e il network LaC non sono nuovi ad esperienze come questa, dall’alto valore formativo e all’insegna dell’inclusione, uno tra tutti il progetto di promozione della fotografia per ciechi e ipovedenti.