Il 22 e 23 luglio tra gli ospiti di “Link, Tropea Communication Meeting” Antonio Nicaso e Marcello Ravveduto: l’orgoglio di chi studia la storia per sconfiggere i pregiudizi (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Come si fa oggi a comunicare un nuovo protagonismo civile? Qual è il linguaggio dell’impegno civico? Sono alcune delle domande che faranno da filoconduttore al primo dei due talk dellaserata di partenza di “Link,Tropea Communication Meeting”. Il festival organizzato da viaCondotti21 e dal nostro network si terrà il 22 e 23 luglio a Tropea e sarà dedicato alla cultura, al giornalismo e alla comunicazione. L’orgoglio e il pregiudizio sono il comun denominatore della due giorni che porterà nella perla del Tirreno ospiti di altissimo profilo del mondo dell’informazione, del cinema e della cultura.
Orgoglio e pregiudizio
Si parlerà, da una parte, di tutti i motivi di orgoglio di cui il popolo calabrese può farsi vanto: le eccellenze imprenditoriali e culturali, ma anche aspetti profondi legati alla tradizione, al modo di essere che rendono i calabresi protagonisti nel mondo, oltre ovviamente a tutto ciò che fa della Calabria uno dei posti più belli del mondo – lo ha definito così anche il Time, nei giorni scorsi. L’altra faccia della medaglia è il pregiudizio, lo stereotipo che crea circoli viziosi eluoghi comunidifficili da superare.
L’evento iniziale di venerdì 23 luglio (che precederà il dibattito con Paolo Mieli, Antonio Padellaro e Roberto Occhiuto) sarà realizzato in partnership con la Fondazione Magna Grecia, che racconterà le prossime tappe della Scuola di Alta formazione Magna Grecia, dopo il successo dell’evento di maggio a Roma con le due giornate in Via Condotti 21 e all’Università Luiss.
Al centro c’è l’impegno civico di chi la Calabria la porta nel cuore e nelle sue parole in giro per il mondo: è il caso di Antonio Nicaso, massimo esperto di storia della criminalità organizzata in un panel con Marcello Ravveduto, docente dell’Università di Salerno, Paolo Di Giannantonio, storico volto della Tg Rai, Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia e Angela Iantosca, giornalista e scrittrice.
Antonio Nicaso è nato a Caulonia nel 1964 e in Calabria ha iniziato la sua attività di giornalista. Ma, come ha raccontato a Paola Bottero in una puntata di Vis-à-Vis, non sono facili gli iniziper un ragazzo cresciuto soltanto con la madre, senza particolari risorse economiche e appoggi, completamente al di fuori di quelle logiche provinciali del “ma tua chi appartieni?”. E forse proprio per fuggire da quella mentalità Nicaso a 26 anni va in Canada con i 2 milionidi lire conservati dalla madre per il proprio funerale, ma che la donna preferisce investire nel futuro del figlio. Da lì diventa un giornalista e scrittore di successo, senza mai perdere il legame con la Calabria.
Direttamente dall’università di Vancouver il massimo esperto mondiale di ‘ndrangheta, tra i più conosciuti esperti storici delle mafie, porterà a Palazzo Santa Chiara la forza del suo impegno e dei suoi insegnamenti. I saggi scritti con Nicola Gratteri sono un altro modo di fare protagonismo civile: porterà una testimonianza ricca di orgoglio e scevra di pregiudizi sull’evoluzione o involuzione, che dir si voglia, della ‘ndrangheta negli ultimi anni.
Ed ecco il “link”, il collegamento tematico ed emozionale che si crea tra gli argomenti e le persone: dopo Nicaso, anche Marcello Ravveduto, professore di Digital Public History, proseguirà il discorso iniziato qualche mese fa in occasione del Corso di Alta formazione inaugurato con la sessione “Le mafie ai tempi dei social”, organizzato dalla Fondazione Magna Grecia in collaborazione con il nostro gruppo editoriale.
È impossibile pensare di comunicare il protagonismo civile senza tenere contodei social network e del ruolo che hanno nella vita di tutti noi, ma anche inevitabilmente in quella dei criminali. I social hanno cambiato le nostre vite e la quotidianità così come il modo di raccontarci, esprimere le nostre idee e l’impegno civico; le mafie non sono qualcosa fuori dal tempo, ma sono fenomeni della modernità per cui, come ha spiegato Ravveduto all’evento di Roma «i boss oggi non si nascondono ma ostentano il loro potere, auto e gioielli, case lussuose utilizzando i social network come strumenti di autonarrazione».
Il rischio è che i giovani ne rimangano affascinati innescando un processo emulativo pericolosissimo. Per questo è fondamentale fare informazione, raccontare il Sud e il suo orgoglio utilizzando lo stesso linguaggio dei ragazzi.
«Abbiamo il dovere di dare ai giovani gli strumenti per capire cosa è giusto - ha affermato Nicaso ai microfoni de La Capitale - quando io ero ragazzo da noi non lo faceva nessuno». Era una Calabria diversa che oggi invece, anche grazie al lavoro di uomini come Nicaso e il procuratore Gratteri, dalle piazze di tutta Italia denuncia la criminalità organizzata e non accetta più di essere raccontata attraverso stereotipi e luoghi comuni.
Tutti gli ospiti dell’evento guardano verso questa direzione per tracciare il percorso della nuova Calabria che vogliamo raccontare.