VIDEO | Conferenza stampa dell'arcivescovo che ha illustrato nel dettaglio il fitto calendario di iniziative a partire da fine dicembre
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Saranno circa 30 milioni i pellegrini che andranno a Roma per il Giubileo 2025. Tuttavia anche a livello diocesano l'anno santo consentirà ai fedeli l'indulgenza plenaria, quella che secondo la dottrina cattolica libera dalla pena temporale dovuta per i peccati.
«È un'occasione di grazia - ha detto l'arcivescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago -, cioè un'occasione in cui la volontà di Dio una volta di più ci stupirà, perché ci metterà in grado di riscoprire ciò che è veramente essenziale per la nostra esperienza di fede. L'impegno è far sì che tutta la Chiesa sia interessata da questa opportunità, anche la nostra Diocesi».
I 4 cammini
Sul motto di Papa Francesco "Pellegrini di Speranza", sono quattro i cammini individuati durante l'anno sul territorio catanzarese e già in calendario: Le Preserre, con ritrovo a Chiaravalle ed arrivo al Santuario di Torre Ruggero; il Bruniano da Brognaturo alla mistica Serra San Bruno; il Vivariense dalla chiesa di Marina al centro di Squillace e il Corace, da Gimigliano al Santuario della Madonna di Porto.
«Il pellegrino è uno che si muove, che cerca, che va verso una meta e noi abbiamo così recuperato alcuni tragitti che sono un po' anche tradizionali nella nostra Diocesi», ha spiegato l'arcivescovo.
Scuola Teologica
Nella conferenza stampa tenuta nell'episcopio del capoluogo assieme ad altri collaboratori, il capo della Chiesa locale ha pure presentato la Scuola di teologia intitolata a monsignor Antonio Cantisani, che si terrà nel biennio in tre parrocchie di Catanzaro (Conventino S. Antonio), Soverato (Istituto Maria Ausiliatrice) e Sellia Marina (parrocchia S. Nicola).
Immancabile un passaggio del presule sulle guerre sempre più sanguinose. «Questa logica folle - ha detto Maniago - anche per la ragione umana, non può che gettare nello sconforto. Il grido del Papa forse è l'unica, l'ultima grande voce che continua instancabilmente a chiedere la pace».