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L’Unità organizzativa autonoma- Protezione civile Calabria, apprese le intenzioni dello Stato Maggiore dell'Esercito in relazione alla possibile dismissione che potrebbe riguardare la 2^ Compagnia Guastatori di Castrovillari (Cosenza), ha espresso rammarico e preoccupazione per l’eventuale cancellazione di un presidio di uomini e mezzi di importanza fondamentale nel caso del verificarsi di situazioni emergenziali.
«In una Regione come la Calabria, tra le più esposte ai rischi naturali dell'intera Regione del mediterraneo, e caratterizzata da una storia sismica che ci racconta di tragedie immani (si pensi solo al terremoto del 28 dicembre 1908 che colpì Reggio Calabria e Messina causando oltre 120.000 morti) – si legge in una nota inviata alla stampa - la paventata chiusura della Caserma di Castrovillari, unico presidio del Genio Guastatori in tutta la Calabria, appare una scelta francamente incomprensibile e non in linea con le necessità di sicurezza e di supporto tecnico del nostro territorio in caso di calamità».
L’area del Pollino, si legge nel comunicato, è stata recentemente interessata da un prolungato sciame sismico che non può non consigliare il mantenimento di un elevato livello di attenzione in termini di prevenzione e pianificazione di stati emergenziali. L’Arma del Genio è infatti deputata al soccorso pubblico in caso di calamità naturali.
Eppure, la Caserma di Castrovillari ha dovuto affrontare un irreversibile ridimensionamento. Ad oggi «vede la presenza di poco più di 100 uomini e nessun mezzo d’opera atto al pronto intervento (escavatori, benne, pale meccaniche, camion ribaltabili)».
« L'auspicio – conclude la nota - è che lo Stato Maggiore dell'Esercito possa rivedere radicalmente le proprie strategie organizzative, non solo non procedendo alla paventata dismissione della caserma di Castrovillari, ma, al contrario, prevedendone un cospicuo potenziamento in termini di uomini e mezzi, al fine di garantire, tra l'altro, un adeguato presidio di sicurezza oltremodo necessario, stanti le condizioni di assoluta pericolosità e rischio sismico ed idrogeologico, a cui la popolazione calabrese è tragicamente esposta».