Il racconto dell’infanzia e dell'inizio della carriera in una intervista al Corriere della sera: «Grazie a delle protesi riesco a sentire alcuni suoni, come quando si sta sott’acqua. Il mio sogno? Danzare con Bolle»
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Una danzatrice capace di abbattere barriere e pregiudizi. In grado di raggiungere un sogno grazie al sacrificio, lo studio costante, colmando le distanze tra il suo mondo e l’esterno. Carmen Diodato, originaria del Cosentino, è l’unica ballerina sorda del corpo di ballo del teatro “Massimo” di Palermo. La sua storia, esempio per centinaia e centinaia di bambine che sognano il grande palco, è stata raccontata da autorevoli giornali tra cui i quotidiani La Sicilia e Corriere della sera. Come racconta nell’ultima intervista a firma di Elvira Serra, sente attraverso delle protesi. In un modo un po' diverso rispetto alle altre persone: «Il suono è ovattato, potrei dire come quando si sta sott’acqua». Non solo.
La ballerina è bravissima nel leggere il labiale. Carmen, aggiunge illustrando il suo percorso evidenzia: «Per fortuna nessuno usa più la parola sordomuti, perché non siamo muti. Riusciamo a parlare, grazie agli esercizi con la logopedista». Viene seguita dall’età di 2 anni. Ad accorgersi della speciale condizione della piccola, i genitori. Per il pediatra, infatti, la bimba era «pigra». Un giorno, in casa cadde un oggetto pesante. Il rumore fu molto forte ma Carmen continuò a giocare con tranquillità. I familiari allora compresero.
L’amore per la danza
La danza fu un percorso intrapreso su suggerimento della specialista. «Devo alla mia logopedista l’amore per la danza. Fu lei a suggerire a mia madre di iscrivermi a una scuola di ballo, perché la musica avrebbe potuto aiutarmi: era l’Accademia Vesuviana di Danza, la mia famiglia si era trasferita in Campania per seguire mio padre carabiniere. Io sentivo le vibrazioni attraverso il pavimento. In quel periodo ho cominciato a portare le prime protesi esterne, grazie alle quali il mio isolamento è finito. Oggi senza protesi non sento nulla, né suoni né rumori. Quando le indosso sento a modo mio, non come voi udenti, perché non riesco a coprire tutta la gamma dei suoni».
Il sogno di ballare con Bolle
A 12 anni Carmen entrò nella scuola di danza del San Carlo di Napoli ma è rimasta solo un anno: «La direttrice ha ritenuto che non avessi le stesse potenzialità delle altre, per via dell’udito. Aveva proposto ai miei genitori di farmi fare un impianto cocleare, che però implica un delicato intervento chirurgico. Con i miei ci consultammo con uno specialista a Piacenza, che però ci sconsigliò di farlo. Io però non mi sono arresa e mi sono iscritta alla scuola privata Percorsi di danza, a Somma Vesuviana, dove mi sono diplomata con il massimo dei voti nel 2007». Dopo ci sono stati tanti corsi di perfezionamento, anche al Teatro dell’Opera di Roma. E infine le partecipazioni ad allestimenti importanti all’Arena di Verona per opere conm La Traviata e L’Aida, e da qualche anno, al Teatro Massimo di Palermo, dove fa parte del corpo di ballo (undici anni fa c’è stato anche un passaggio a Italia’s Got Talent).
Il suo mito è la ballerina argentina Marianela Núñez. E sogna poter esibirsi un giorno accanto a Roberto Bolle: «Una volta l’ho visto da vicino alla Scala. Sarebbe bello fare insieme un passo contemporaneo neoclassico dedicato proprio alla sordità».