Continua il tour calabrese del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove che ha toccato i temi delle carceri sottodimensionate, del sovraffollamento, e degli investimenti nel settore dell’edilizia penitenziaria. L’uomo del governo Meloni in queste ore ha incontrato il direttore del carcere di Corigliano Rossano, il personale amministrativo e di polizia penitenziaria, accompagnato dal senatore Ernesto Rapani e dalla deputata e sottosegretaria Wanda Ferro.

La casa di reclusione di Rossano ha in organico circa 150 unità, ma c’è un problema di svecchiamento del personale e circa 30 unità sono indisponibili per malattia. Il sottosegretario assume impegni anche sulla direzione del carcere, la cui dirigente guida sia l’istituto di Rossano sia Cosenza. «Entro dicembre tutti gli istituti penitenziari avranno un direttore titolare ed entro marzo del prossimo anno avranno anche un comandante titolare. Abbiamo constatato che laddove ci sono direttori e comandanti vi è anche una conoscenza più approfondita degli istituti e ciò evita forme degenerative».

 Per quanto attiene la dotazione organica Delmastro ha assicurato rinforzi tenendo conto che la «coperta è corta». Previste 1000 nuove assunzioni su scala nazionale, 84 milioni per nuova edilizia penitenziare e per la manutenzione. Una battuta sulla riapertura dell’ex tribunale di Corigliano Rossano. «Siamo per la revisione della geografia giudiziaria. Siamo per la creazione di nuove aree vaste e per la riapertura di nuovi tribunali. È più importante riaprire un tribunale in Calabria di quanto non lo sia in Piemonte, e non ciò vuol che non lo faccia anche in Piemonte».

Intanto Giovanni Battista Durante del sindacato Sappe preannunzia un incontro a Roma presso il ministero della Giustizia nel quale saranno ribadite le seguenti necessità: «incremento dell’organico della Polizia penitenziaria di almeno altre 4.000 unità nell’arco della legislatura (anche qui apprezziamo l’incremento di 1.000 unità fatto con l’ultima legge di bilancio); formazione adeguata, revisione del reato di tortura, diventato uno strumento nelle mani del partito dell’antipolizia e dei delinquenti, dotazione del taser alla polizia penitenziaria, revisione dell’organizzazione delle celle aperte e della vigilanza dinamica che ha fatto triplicare gli eventi critici, risoluzione del problema dei detenuti con disagio psichiatrico».