L'animale è stato abbandonato nei pressi di un casolare a Mirto Crosia. L'associazione “Gaia Animali & Ambiente” chiede che il responsabile venga punito: «Nel 2023 un essere vivente non può essere trattato peggio di una ciabatta»
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Un cane legato ad una catena morto con ogni probabilità di sete e di fame nei pressi di un casolare. Accade a Crosia-Mirto, in provincia di Cosenza. La denuncia arriva dall’associazione “Gaia Animali & Ambiente” che ha depositato un esposto denuncia redatto dall’avvocato Francesca Scoleri, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza. «A fianco del corpicino del povero cane -scrive il sodalizio - nemmeno una ciotola con un po’ d’acqua per assicurargli un minimo di sostegno durante i giorni di terribile caldo e afa. Probabilmente il povero animale, di taglia medio-piccola, è morto di stenti e di sete per il caldo e il sole cocente di questi giorni estivi».
«Chiediamo che chi ha lasciato un cane legato a catena, sotto il sole cocente, senza cibo né acqua né riparo venga punito», dichiara il presidente di Gaia Animali & Ambiente Edgar Meyer. E ancora: «L’abbandono di animali domestici è un atto di crudeltà e ignoranza e rappresenta una violazione delle leggi di tutela degli animali. I responsabili di tali atti incresciosi devono essere perseguiti e condannati con severità, in modo da servire da deterrente per coloro che pensano di trattare gli animali con disprezzo». L’associazione, con l’avvocato Scoleri, si costituirà parte civile nell’eventuale processo: «Vogliamo restituire un po’ di dignità al povero cagnolino. Nel 2023 un essere vivente non può essere trattato peggio di una ciabatta», conclude Meyer.