Pronto soccorso, farmacie e supermercati. È una Calabria difficile quella che emerge dal rapporto Istat sulla fruizione dei servizi di pubblica utilità nel 2023. Difficile come difficile – nel confronto con la situazione nazionale – è l’accesso a questi servizi. «Una famiglia italiana su due, il 50,8%, ha difficoltà a raggiungere il pronto soccorso, in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al 2022», rileva l’Istituto di statistica. «Le percentuali più elevate – rimarca – si evidenziano al Sud, con circa sette punti più della media nazionale, seguono le Isole e il Centro, rispettivamente al 52,7% e 52,4%».

La nostra è una delle 11 regioni in cui la quota di famiglie che ha difficoltà a usufruire del servizio va oltre il dato italiano: il dato peggiore in Campania (63,5%) ma la Calabria segue a ruota (62,5%).

Il report prende in esame diversi tipi di servizio, tra i quali anche Anagrafe e Poste ma sono quelli che hanno a che fare con il diritto alla salute a preoccupare maggiormente e proprio in questo ambito la Calabria riporta le performance peggiori. Oltre ai problemi per raggiungere le postazioni ospedaliere di emergenza-urgenza, infatti, ci sono per esempio le file d’attesa per i servizi sanitari. «Gli utenti che lamentano file di attesa superiori ai 20 minuti per i servizi offerti dalle Asl sono il 49,8% in media nazionale. Una frequenza, quest’ultima, che tuttavia presenta un minimo del 34,7% nel Nord-est e che sale al 61,5% nel Sud e al 66,5% nelle Isole», si legge nel rapporto. Ma andando nello specifico delle regioni le percentuali crescono ulteriormente sovrastando di ben 20 punti la media nazionale in tre regioni in particolare e tra queste, neanche a dirlo, c’è la Calabria con il 67,2%, accompagnata da Sicilia (68,4%) e Molise (67,6%).

C’è poi il dato delle farmacie e anche qui le maggiori criticità si registrano al Sud. Se le famiglie in difficoltà a livello nazionale rappresentano infatti il 13,8% del totale, nel Mezzogiorno la quota cresce fino al 17,8% e il picco – al netto del caso della Valle d’Aosta che arriva al 24,9% - se lo spartiscono Calabria e Campania, rispettivamente con il 23,5 e il 22,5%.

La nostra regione si distingue – in negativo – anche per l’accesso a un altro genere di servizi, quelli commerciali: negozi alimentari, mercati e supermercati. E se in questo caso non si parla di salute in senso stretto, è però vero che si tratta comunque dell’accesso a beni di prima necessità. Il dato nazionale sulle famiglie che dichiarano disagi in questo senso si ferma al 20% e non si rilevano differenze sostanziali tra Nord e Sud ma in alcune regioni sono più marcate le difficoltà: con il 32% la Calabria è appena un gradino su rispetto alla Valle d’Aosta (35,2%).

Percentuali non altissime ma che rilevano comunque un surplus di ostacoli da queste parti rispetto al resto del Paese.