Una crisi idrica senza precedenti, che ha superato i confini dell’emergenza estiva. Quanto accaduto nel 2024 ha i tratti caratteristici dell’apocalisse: ciò che inizialmente sembrava un problema limitato ai mesi più caldi, tra giugno e settembre, si è trasformato in una carenza che persiste anche nei mesi successivi. Sorical si è trovata in grande difficoltà, costretta a far fronte a guasti e rotture che hanno colpito gli acquedotti regionali per tutto il 2024, aggravando ulteriormente una situazione già fragile e complessa.

Carenza idrica in Calabria, neanche la prevenzione è servita

Ad aprile era stata indetta la cabina di regia per monitorare la disponibilità dell’acqua. Un’iniziativa che faceva sperare per il meglio, ma appena due mesi dopo una dichiarazione dell’amministratore unico di Sorical, Cataldo Calabretta, aveva annunciato una situazione vicina a un’immagine apocalittica. Cali di produzione delle sorgenti anche del 50%. Poco ha potuto fare il tavolo operativo con i guasti degli acquedotti e soprattutto con il caldo torrido che ha prosciugato le falde nel corso dei mesi estivi.

Un’estate piena di disagi

A luglio è partito un piano di emergenza che prevedeva la turnazione dell’erogazione dell’acqua per zone omogenee per garantire alla zona centrale della Regione la disponibilità migliore. A luglio rubinetti a secco in diverse località di Reggio Calabria e Crotone, tanto che il presidente Occhiuto ha dovuto dichiarare lo stato di emergenza. Ad agosto alcune frazioni di Cosenza sono rimaste a secco per oltre cinque giorni. A novembre il caos a Catanzaro, dove sono state chiuse le scuole proprio a causa di una rottura all’acquedotto. Di nuovo a Cosenza sotto Natale, appena qualche settimana fa, con lo sfogo dell’assessore De Cicco: una grave rottura della condotta idrica ha portato non solo il capoluogo bruzio, ma anche Rende a restare senz’acqua. Un 2024 che, da questo punto di vista, ha avuto del tragico. E il futuro, per il momento, non si prospetta migliore.