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COSENZA - Ringrazia tutti quelli che, in questi due mesi di lotta, hanno manifestato vicinanza e sostegno concreto alla causa, il direttore di Calabria Ora, Luciano Regolo, prima di annunciare l'interruzione dello stato di occupazione della redazione centrale di Cosenza. La testata finì al centro di una bufera a causa del contenuto di una telefonata effettuata dallo stampatore, Umberto De Rose, mirata a chiedere l'insabbiamento di una notizia di indagine riguardante il figlio del senatore Pino Gentile. La notizia non fu mai pubblicata. Il giorno successivo il giornale non uscì nelle edicole a causa di un fantomatico guasto, un blocco della rotativa che ne avrebbe impedito la stampa.
Le motivazioni della scelta dei redattori di interrompere lo stato di agitazione sono state pubblicate sul blog L'Ora siamo noi, nato all'indomani della sospensione della stampa del quotidiano regionale. Nella nota, Luciano Regolo ritorna sulla liquidazione della testata, perpetrata attraverso dinamiche che definisce «oscure», e fa riferimento ai progetti di rinascita del giornale attraverso un nuovo progetto. «Abbiamo deciso di concentrare d'ora in avanti ogni nostro sforzo a ridare vita a una nostra testata - scrive Regolo- che prosegua l'impegno di una informazione "senza bavagli", in grado di resistere alle prepotenze dei cinghiali e alla coltre di indifferenze e silenzi che grava sulla Calabria, permettendo soprusi come quelli che abbiamo subito. Non si interrompe invece la nostra battaglia per i diritti della libera informazione e neppure la nostra attività sul blog seguito quotidianamente, anche via Facebook, da oltre 13 mila persone»