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COSENZA - ‘Rende è libera’. L’entusiasmo è grande negli ambienti di centrodestra. Quella compiutasi ieri è una svolta storica dopo 50 anni. La vittoria di Marcello Manna che ha sconfitto in modo netto Pasquale Verre, ottenendo il 57,6% dei consensi, contro il 42,4 del suo avversario, ha un valore doppio in uno dei più significativi centri del cosentino, sede dell’Università della Calabria, l’unico comune, dei due oltre i 15 000 abitanti, al voto, finito al ballottaggio al di qua del Pollino. Non solo perché consente a una coalizione in frantumi di conquistare un comune strategico, ma anche perché segna un’inversione di rotta che nessuno mai avrebbe potuto immaginare.
Stop ai Principe. Il voto popolare è un disco rosso per la famiglia Principe, che per lustri ha determinato, in maniera più o meno diretta, le sorti del palazzo municipale, ma ieri ha dovuto cedere il passo.
Vantaggio dilapidato. E’ una sconfitta senza appello quella di Pasquale Verre che dopo il primo turno aveva sei punti percentuali di vantaggio sul proprio avversario. Quindici giorni addietro era finita infatti 37,7 a 31,1 in termini percentuali per il candidato del centrosinistra.
Sandro Principe incredulo. Non avrebbe mai pensato che la sorte gli riservasse una giornata così infausta. Per questo forse è costernato Sandro Principe, ex sindaco e attuale leader della famiglia che per mezzo secolo ha amministrato la città dell’UNICAL. Il capogruppo del PD alla regione deve ammettere: ’ Manna è stato bravo a intercettare i voti delle altre liste. Ad ogni modo dovremo fare – ha detto - un'analisi approfondita della sconfitta. Anche l'astensione ci ha penalizzato ». Poche parole, nella nera notte, di omerica memoria. La notte della bora che sembra essersi portata con sé decenni di storia, di amministrazione e di gestione assoluta del potere.