Il 29 maggio 2004 un proiettile raggiunse in pieno volto l'allora prima cittadino, che si accasciò a terra. Si pensò subito al peggio, invece riuscì a sopravvivere. Fu trasferito in Toscana, dove rimase sette mesi, ma la sua riabilitazione fisica e morale non è mai terminata
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Era il 29 maggio 2004. Rende, pomeriggio. Si inaugurava la Cattedrale di San Carlo Borromeo. Qualcuno poi parlò di un miracolo quando un proiettile, sparato da breve distanza, risparmiò la vita all’allora sindaco Sandro Principe. C’era una grande folla, la giornata era chiara e calda. Un ex bancario in pensione, Sergio Staino, si avvicinò a Principe durante la cerimonia, gli strinse la mano e poi gli sparò in pieno volto. Principe si accasciò a terra. La folla urlava, qualcuno piangeva. Il sindaco non si muoveva e perdeva sangue. Le forze dell’ordine bloccarono subito l’uomo che aveva ancora la pistola in pugno. I sanitari caricarono Principe su una barella e lo trasportarono all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza per le prime cure, prima di trasferirlo al Careggi di Firenze.
Il percorso di recupero e il ritorno alla vita politica
Sandro Principe riuscì a sopravvivere e iniziò un doloroso e lungo percorso di riabilitazione. Rimase sette mesi in Toscana e altri cinque a Cosenza, ma la riabilitazione fisica e morale sarebbe durata per tutta la vita.
Principe, che oggi ha 75 anni, non ha mai abbandonato la sua passione per la politica. Dopo l’attentato, tornò alla guida della città di Rende, venendo rieletto sindaco quasi per acclamazione. In seguito, servì come assessore regionale alla Cultura nella Giunta Loiero e, nonostante una breve parentesi segnata da un arresto nel 2016 (dal quale venne poi assolto), continuò ad essere una figura influente nella politica locale. Nel 2019, cercò di chiudere la sua carriera politica ricandidandosi a sindaco di Rende, sfidando Marcello Manna al ballottaggio.
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