A mamma Mirella è stato consegnato il diploma di specializzazione conseguito dalla giovane ginecologa esattamente due anni fa. Un modo per ricordarla ed esprimere vicinanza alla sua famiglia (ASCOLTA L'AUDIO)
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Aveva conseguito la specializzazione in Ginecologia e Ostetricia all’Università Magna Graecia di Catanzaro il 9 novembre del 2020, dopo cinque anni trascorsi in Calabria. Qualche mese dopo, il 4 marzo del 2021, da poco in servizio a Trento, Sara Pedri sarebbe scomparsa nel nulla. Il suo corpo si cerca ancora; l’ultima operazione, a metà ottobre nel lago di Santa Giustina, in Trentino, con l’impiego di unità cinofile specializzate nella ricerca di cadaveri in acqua provenienti dalla Germania. Di Sara, però, nessuna traccia.
Eppure il suo ricordo è vivo più che mai, anche tra le corsie di quell’ospedale, il Pugliese Ciaccio, dove si era formata ed è diventata una ginecologa. Non è stata dimenticata dai colleghi e dai professori, che, a due anni da quel 9 novembre del 2020, hanno deciso di consegnare a mamma Mirella quel diploma di specializzazione che lei non ha potuto ritirare.
Un momento commovente, che la famiglia Pedri ha voluto condividere anche sui social, ringraziando per «l'affetto, il sostegno e la vicinanza a distanza che non è mai venuta a mancare». Non solo la consegna della pergamena, ma anche un’occasione per tenere viva la memoria della giovane dottoressa: «Ognuno l'ha ricordata a modo suo, descrivendola nel suo modo di parlare, di camminare, di dire la sua, di ridere, di essere Sara persona e professionista».
Una volta rientrata nella sua città, Forlì, mamma Mirella ha portato la pergamena e i fiori donati dall’ospedale catanzarese nell’aiuola dedicata a Sara. Uno spazio allestito in occasione del suo compleanno, a giugno scorso, nel parco urbano della città romagnola e dove chiunque può lasciare un biglietto per lei e la sua famiglia in un'apposita cassetta.
Proprio per i suoi studi a Catanzaro, Sara è stata stata oggetto di scherno, discriminazioni e umiliazioni mentre era in servizio all’ospedale di Trento. Episodi che, raccontano i familiari, l’hanno trasformata, incupita, e che potrebbero averla portata a compiere un gesto estremo. Intanto, come riporta Ansa, a Trento è in corso un procedimento giudiziario sui presunti maltrattamenti sul luogo di lavoro da parte dell'ex primario del reparto di Ostetricia e ginecologia dell'ospedale Santa Chiara, Saverio Tateo, e della sua vice, Liliana Mereu, che hanno sempre respinto ogni accusa. Le parti offese identificate dalla Procura di Trento sono 21, tra queste anche Sara Pedri.