Il fumo si leva acre e bluastro. L’area è delimitata da alcune recinzioni e non è semplice riuscire a curiosare oltre. I resti di un incendio sono evidenti, ma sotto questa distesa color cenere qualcosa continua a bruciare. Carboni ardenti, forse tossici, di sicuro maleodoranti.

A sentire le persone che da queste parti vivono o lavorano da tempo, il fenomeno si ripete ciclicamente, soprattutto con l’arrivo delle bollenti temperature estive. Un tempo questa zona era occupato dallo stabilimento della Legnochimica, nel cuore della zona industriale di Rende. Gli impianti sono stati dismessi da anni.

 

Adesso vi operano tre diverse aziende. Quella immediatamente confinante con l’area interessata dalla combustione produce energia elettrica. L’area doveva essere bonificata, ma ad oggi nessun intervento in tal senso sarebbe stato compiuto, né dall’amministrazione pubblica, né dai privati. Intanto però i carabinieri forestali hanno chiesto l’intervento del servizio tematico aria del dipartimento provinciale di Cosenza dell’Arpacal, guidato dalla dottoressa Claudia Tuoto, per misurare la presenza nell’atmosfera di IPA - Idrocarburi Policiclici Aromatici.

 

Il tecnico Arpacal Domenico Rotella, insieme ai vigili del fuoco, ha posizionato sui luoghi dell’incendio un campionatore ad alto volume, in grado di acquisire molta aria da campionare in minore tempo ed avere quindi un campione utile da analizzare. In circa un’ora e mezza sono stati acquisiti 36 metri cubi di aria, quantità considerata utile per misurare, tra i diversi componenti degli IPA, la presenza di benzo[a]pirene, un idrocarburo per il quale la legislazione italiana ha fissato parametri rigidi sulla sua presenza in atmosfera. I primi risultati di laboratorio saranno comunicati lunedì 12 giugno.

Salvatore Bruno

 

*** AGGIORNAMENTO DELLE ORE 19.10 DEL 09/06/2017 ***

E’ in corsa una riunione tecnico-operativa alla presenza del procuratore Mario Spagnuolo, del prefetto Gianfranco Tomao, del personale Vigili del fuoco, Carabinieri, Arpacal e Asp perché le combustioni ed esalazioni del sito non si sarebbero placate.