Bresh, da buon genovese, è abituato alle burrasche. E non sono certo le onde che spazzano la baia di Sanremo in un quarto giorno di festival pieno di freddo e di pioggia battente che lo spaventano. D’altra parte la sua performance di ieri sera sulla tolda della Costa Smeralda, la nave che ospita le esibizioni di molti ospiti della kermesse canora, è stata un successo. E stasera l’artista salirà anche sul palco dell’Ariston per la serata dei duetti, con Emma. Insomma, una carriera che va a gonfie vele.

Ma dove viene il nome Bresh?  
«Bresh è una storpiatura del mio vero cognome, Brasi. Andrea Brasi! Non è un nome d’arte come molti credono, ma un soprannome che mi porto dietro dalle elementari. E pensare che inizialmente non mi piaceva neppure: mi sembrava che fosse un’inglesata… che tutti avrebbero pensato che me la tiro. Invece… alla fine mi sono abituato. E che Bresh sia!»

Il tuo è stato un percorso strano per un cantante, prima hai conquistato gli stadi. Poi le hit parade!
«Guasto d’amore è nato come la mia dichiarazione al Genoa, la squadra di calcio di cui sono un tifoso sfegatato. Poi hanno fatto tutto i ragazzi della gradinata dello stadio di Genova. Hanno eletto il mio pezzo a una sorta di inno portafortuna. Vedere tutto lo stadio che lo canta prima di ogni partita è incredibile, mette i brividi».

Anche perché il Genoa ha sempre avuto tifosi eccellenti dal punto di vista musicale…
«Puoi dirlo forte. Frank Sinatra e De Andrè soprattutto, ma anche Baccini, i Ricchi e Poveri. E tra le nuove leve Alfa… Qui a Sanremo siamo un bel gruppo! Senza contare che Bellissima di Annalisa è diventata, con qualche variazione di testo, un’altra canzone da stadio per i rossoblù. E che è genoanissimo anche Jack Savoretti che canterà con Diodato».

Tu ami cantare l’amore?
«Sì e no. L’amore è bello, ma è anche sofferenza. La fine di un rapporto importante è uno dei dolori più grandi che si possano provare. Provoca un senso di estraniamento dalla realtà, stai talmente male che vorresti scomparire».

Una sensazione che canti nel tuo singolo Altamente Mia. Parla di una storia reale?
«No, per fortuna. È una storia d’amore che di per sé non esiste. Ma mi rispecchia. Mi è capitato in passato di aver paura di legarmi a qualcuno perché temevo di perderlo. È come un libro giallo di cui conosci già il finale. E l’assassino non è il maggiordomo!».

Che emozione è Sanremo?
«Incredibile. Come un gol al novantesimo…»

Stasera canterai con Emma…
«Una grande. Davvero, ha una voce che mette i brividi e una grinta fantastica! Renderemo omaggio a Tiziano Ferro, che è uno dei più grandi cantanti italiani. Abbiamo studiato un medley dei suoi brani più belli. Anche se mi chiamano rapper, sono anche  un amante del pop. E Tiziano ha spianato strade con le sue contaminazioni. L’esperimento che tentiamo è quello di interpretare il suo sound unico con le mie sonorità urban. Rispetteremo la sua arte, ma portando la nostra personalità».

Genoa e Cosenza sono gemellati, mandi un saluto ai tifosi?
«Certo! Forza Lupi!»